Torna a zampillare di acqua la fontana di piazza Pretoria a Palermo, meglio conosciuta anche come “piazza della vergogna”. Da oggi il sistema di circolazione dell’acqua è stato rimesso in funzione dopo un intervento tecnico dell’Amap, la società che gestisce a Palermo il servizio idrico e fognario. Era oramai da quasi un anno che questa splendida fontana non emetteva più dai suoi rubinetti l’acqua, tra le rimostranze non solo dei palermitani ma anche dei delusi turisti.

La soddisfazione di Lagalla

“Grazie ai lavori eseguiti dalle maestranze di Amap – afferma il neosindaco di Palermo, Roberto Lagalla – finalmente oggi l’acqua nella fontana Pretoria ha ripreso a zampillare. Viene restituito ai palermitani uno spettacolo di bellezza di uno dei monumenti storici più visitati della città Palermo”.

Il funzionamento a singhiozzo

Purtroppo sembra esserci un problema “strutturale” attorno all’impianto di riciclo dell’acqua di questa fontana. Non si spiegherebbe altrimenti il suo continuo funzionamento a singhiozzo. Solo per citare gli ultimi “stop and go”, nel giugno dello scorso anno fu necessario un intervento sempre di Amap per ripulire le vasche da muschio e alghe che si erano formate a causa della mancata manutenzione che aveva finito per provocare anche un colore poco gradevole dell’acqua. Nell’ottobre scorso poi ci fu la totale interruzione degli zampilli.

La storia della fontana

La fontana, secondo le fonti storiche riportate nel sito internet ufficiale del Comune di Palermo, è stata realizzata nel 1554 dallo scultore fiorentino Francesco Camilliani per il giardino del nobile spagnolo don Luigi Toledo, suocero del Gran Duca di Toscana Cosimo I dei Medici. Una ventina di anni dopo, per far fronte ad una situazione debitoria dei Toledo, venne venduta al Senato palermitano e giunse a Palermo nel 1574.

I motivi della nomea di “Piazza della vergogna”

“Piazza della Vergogna”, come comunemente i palermitani chiamano piazza Pretoria, deve il suo nome, non come si potrebbe credere alla nudità dei corpi, ma all’ingente somma di denaro che il Senato palermitano dovette sborsare, ventimila scudi (ottomila onze), per il suo acquisto. Dato il momento storico di miseria, epidemie e carestia di quegli anni, sembra che i palermitani gridassero quando uscivano dal palazzo ai componenti del Senato: “Vergogna, Vergogna”.

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