Ma quale addio agli Enti storici. A gestire i corsi di Formazione professionale in Sicilia saranno sempre gli stessi soggetti che cambiano nome, Ente, profilo. Insomma in un sistema gattopardesco ancora una volta si tratta di cambiare tutto per non cambiare niente. Senza contare i ritardi, un anno di stop al sistema, le polemiche e i ricorsi

Scorrendo la graduatoria degli ammessi e dei finanziati si scopre come i gestori del settore si siano solo riposizionati a livello societario.

Una prima veloce scorsa mostra dati apparentemente contrastanti. 1015 le domande giunte per partecipare all’Avviso 8 e organizzare corsi professionali. Di queste 719 sono state considerate ammissibili escludendo, di fatto, 296 domande per vari motivi e vizi.

Ma soltanto 211 riceveranno i fondi per complessivi 136 milioni di euro per organizzare i corsi. Formalmente gli altri ammessi (508) potrebbero ottenere finanziamenti se la dotazione economica crescesse, se qualcuno rinunciasse o fosse escluso per motivi sopravvenuti o in base a revisioni delle graduatorie dovute alle osservazioni degli Enti che adesso arriveranno entro 16 giorni. Di fatto si tratta di una possibilità quasi del tutto inesistente.

Dunque 211 progetti, circa un quinto di quelli presentati , costituiscono l’offerta formativa siciliana con i corsi che dovrebbero dar da lavorare a 3400 persone circa (600 circa restano comunque fuori). Ma contrariamente a quanto è stato scritto i big sono tutt’altro che rimasti alla porta.

E’ il caso dell’Anfe che appena il giorno prima della pubblicazione della graduatoria aveva inaugurato la cittadella della Formazione annunciando 68 corsi per 38 figure professionali.

3.000 metri quadrati di aule e uffici, una piccola città formativa dotata delle più moderne e adeguate dotazioni, con laboratori d’avanguardia per ognuno dei settori di attività: dall’informatica a qualsiasi livello, alla grafica, fino alla ristorazione, passando per il settore turismo e tanto altro ancora.  Possibile che resti fuori?

Ma basta fare un giro in rete per capire cosa è successo. Fra i corsi finanziati uno degli ‘assi piglia tutto’ è il Consorzio Cerf e gettando un occhio al curriculum in linea del Cerf ecco che rispunta l’Anfe: “…Cerf si è ampliato grazie alla sinergia con Anfe – si legge sul sito – IRES e ISAS E ANAPIA SICILIA”.

Il Cerf, che aveva acquistato l’ex CEFOP per soli 10 mila euro, sarebbe destinatario di circa 13 milioni di euro finanziamenti, secondo la graduatoria provvisoria pubblicata ieri. I soci, secondo quanto si legge sul suo sito internet (Foto), sono Anfe di Paolo Genco, Isas di Padre Noto ed ANAPIA già ente vicino all’ex deputato Gaspare Vitrano.

L’ente, però, a distanza di 24 ore dalla pubblicazione del bando precisa che “L’anfe è stato tra i soci fondatori del consorzio Cerf ma è formalmente uscita dalla componente sociale prima della presentazione dell’Avviso 8 per evitare qualsiasi incompatibilità che avrebbe portato all’esclusione dell’uno o dell’altro ente”.

Altro dato è lo spostamento della Formazione professionale verso le zone interne con una sostanziale penalizzazione di chi organizza corsi nei centri urbani e nelle grandi città. Punteggi altissimi su uno specifico indicatore per chi ‘denuncia’ corsi sui Nebrodi, sulle Madonie e così via. Punteggi che non incidono solo sulla riserva da 41 milioni destinata alle aree interne ma intervengono sull’intera graduatoria spostando l’asse verso chi ha introdotto corsi ‘volanti’ in sedi decentrate.

Critici in maniera violenta anche i sindacati che parlano di colpo finale e mortale alla formazione professionale.

Ma scorrendo la graduatoria si incontrano enti notoriamente vicini ad una precisa area del Pd, a ministri della Repubblica, a un ex assessore regionale alla Formazione professionale. una graduatoria da analizzare con attenzione che mostra davvero tante sorprese…o forse, in fondo, nessuna sorpresa.

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