“L’assessore Marziano ed il governo regionale completano l’opera di smantellamento del settore della formazione professionale in Sicilia, nel peggiore dei modi, falcidiando migliaia di posti di lavoro con una operazione politicamente sospetta”.

E’ un attacco diretto e unitario quello dei sindacati a poche ore dalla pubblicazione della graduatoria dell’Avviso 8 della Formazione professionale in Sicilia. FLC CGIL CISL Scuola e UIL Scuola intervengono compatti come non sempre è successo. Lo fanno senza accorgersi, però, che a gestire i corsi saranno sempre i medesimi soggetti

“Non vorremmo immaginare che la scelta selettiva sia stata orientata dalle considerazioni della politica piuttosto che dalla oggettività di una valutazione qualitativa, ma appare singolare che i maggiori soggetti presenti storicamente sul panorama formativo siano risultati così vulnerabili. Al di là del merito, che certamente oggi non è possibile valutare,e che riguarda i datori di lavoro più che il sindacato, che rappresenta i lavoratori, è paradossale come il tentativo di riformare il settore della formazione professionale, seppure con alcune intuizioni corrette, come quella di riallineare il repertorio delle qualifiche al quadro nazionale ed a quello europeo, oggi produca solo un ulteriore gravissimo rischio occupazionale, in un settore che già è stato pesantemente segnato negli anni scorsi da una crisi profonda, dalla perdita di migliaia di posti di lavoro e dal ricorso ad ogni ammortizzatore utilizzabile”.

“Stanche di annunci demagogici e di approssimazione, FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola, fortemente preoccupate della condizione paradossale di un forte investimento di risorse pubbliche e di contro della gravissima perdita di posti di lavoro, chiedono al governo regionale di procedere immediatamente al confronto con il governo nazionale, per la dichiarazione dello stato di crisi alla presenza del sindacato, per la messa in atto di strumenti straordinari ed eccezionali per il sostegno al reddito,l’accompagnamento all’esodo ed in prospettiva il vero riordino del sistema,anche legislativo”.

“Il governo regionale, in linea con quelli precedenti, non ha mai pensato e voluto una vera riforma del sistema della formazione professionale in Sicilia. Adesso è chiaro. Da anni – dicono Francesca Bellia e Giovanni Migliore della Cisl Scuola – avrebbero dovuto preoccuparsi di inserire regole certe di accreditamento e selezione di soggetti gestori, di orientare le attività e i progetti verso i reali fabbisogni del mercato del lavoro e della società siciliana, strutturare meglio i servizi formativi e del lavoro. Tutto questo non c’è”.

“Se avessero pensato a questo avremmo potuto salvare gran parte dei posti di lavoro e riqualificando un patrimonio di centinaia e centinaia di operatori oggi alla disperazione – continuano -.  La politica non ha mai voluto questo perché preoccupati a consolidare il controllo della politica e dei politici sulla gestione degli enti, dei finanziamenti e dei bandi”.

“Si consuma un crimine sociale e professionale epocale ricercato da tempo in nome dell’ingordigia da gestione e dell’approssimazione di tanta classe politica regionale che parla di nuovo e pratica vecchi vizi.
Chiederemo al Governo nazionale di fare adeguare anche la Sicilia a standard di certezza e qualità dell’offerta formativa per i giovani e meno giovani siciliani”.