Con la nomina di Marcello Caruso a commissario di Forza Italia in Sicilia il partito azzurro avvia una fase di cambiamento. Se Gianfranco Miccichè aveva resistito fino a qualche giorno fa per poi rassegnare le proprie dimissioni nelle mani di Silvio Berlusconi quando era ormai chiara la “ingarbugliata situazione”, adesso iniziano a lasciare anche i coordinatori locali.

Andrea Mineo si dimette da coordinatore a Palermo

Tocca ad uno degli assessori della giunta Lagalla lasciare il ruolo ricoperto per partito nel capoluogo “La sfida di cambiamento e di buon governo per la nostra città che, insieme al professore Roberto Lagalla, abbiamo raccolto, mi impone di dedicarmi in toto all’importante e complesso ruolo di assessore. Per questa ragione ho scelto di rassegnare le dimissioni dal ruolo di commissario cittadino di Forza Italia.”dice l’assessore Andrea Mineo.

Mineo spiega la scelta

“Lo faccio – prosegue Mineo – con spirito di servizio per la mia città, essendo conscio di aver dato il massimo per il partito nel quale milito dal primo giorno del mio impegno politico. Lo faccio anche nella fiera consapevolezza di aver contribuito in maniera determinante a far tornare Forza Italia al governo della città, con risultati mai raggiunti nell’ultimo decennio. Ringrazio l’ex coordinatore regionale del partito Gianfranco Miccichè per avermi consentito di lavorare alla riorganizzazione del partito a Palermo. Ringrazio tutti coloro che hanno speso se stessi e le loro energie, tanto nelle liste del consiglio comunale che nelle circoscrizioni”.

Il passaggio guardando ai prossimi mesi

Non solo ringraziamenti a Miccichè, però, Mineo vuole manifestare la ‘non belligeranza’ nei confronti del nuovo coordinatore per quanto le circostanze che hanno portato a questa scelta non sia state serene negli ultimi mesi “Voglio rivolgere infine i miei più sentiti e sinceri auguri di buon lavoro all’amico Marcello Caruso, nuovo coordinatore Regionale di Forza Italia”.

Per Caruso il primo passaggio, forse ancora prima di parlare di liste e candidature, sarà quello di rimettere in piedi una governance del partito

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