Archiviata l’indagine a carico dell’ex parlamentare regionale Francesco Cascio per un presunto favoreggiamento ad un collega dell’Ars. A darne notizia è lo stesso esponente azzurro, primo dei non eletti alle scorse elezioni regionali di settembre. Al Giornale di Sicilia Cascio racconta il suo calvari ma soprattutto la sorpresa di non essere più indagato. Esattamente così, una sorpresa. Il forzista sostiene che mai era arrivata alcuna comunicazione dalla procura di un’archiviazione a suo carico. E oggi ne parla anche con una certa amarezza e una gran voglia di ritornare ad essere protagonista della politica.

L’indagine

Cascio nel 2019 figurava tra i 27 arrestati dell’operazione “Artemisia” dei carabinieri su una loggia massonica segreta a Castelvetrano, nel Trapanese. Secondo le indagini questa loggia avrebbe condizionato la pubblica amministrazione e le indagini della magistratura. Cascio ebbe i domiciliari perché, secondo gli inquirenti che lo intercettarono, avrebbe rivelato all’allora deputato regionale Giovanni Lo Sciuto di essere sotto indagine.

L’ingiustizia

Francesco Cascio, 59 anni, dipendente dell’Asp di Palermo, è ritenuto un esponente di primo piano di Forza Italia. Ha ricoperto la carica di presidente del parlamento siciliano dal 2008 al 2012. In precedenza era stato assessore regionale nelle prime giunte Cuffaro e ancor prima anche deputato nazionale nel ’94 e nel ’96. Dal febbraio scorso è tornato in pista in prima persona. Nel febbraio scorso nominato amministratore unico di Sicilia Digitale, società della Regione che si occupa di informatizzazione. “Non dovevi essere arrestato – dice Cascio al Giornale di Sicilia -. Mi chiedo cosa ne sarebbe stato di un medico se avesse commesso un errore come quello dei magistrati che mi hanno arrestato”.

La voglia di rivalsa

Si parla già di un Cascio che sarebbe a questo punto pronto a ritornare da protagonista nella politica siciliana che conta. Libero da ogni condizionamento mentale,e  non solo, di indagini sui suoi confronti. In vista ci sono le elezioni regioale e si parla anche d un  rimpasto nella giunta Schifani. E lui potrebbe essere in pole position per “un posto al sole”.

L’altra inchiesta che lo coinvolse

Il politico siciliano coinvolto in passato anche in un’inchiesta per voto di scambio nelle elezioni regionali del 2012. Nell’ottobre del 2016 condannato in primo grado dal Gup di Palermo, con il rito abbreviato, a due anni e 8 mesi e sospeso dall’Ars per effetto della Legge Severino. Nel dicembre del 2017 assolto e riabilitato.

Articoli correlati