Alcuni degli  immobili venivano, inoltre, affittati per finalità formative allo stesso A.N.F.E. con duplice illecito guadagno per i due sodali.

Ma l’accusa non finisce qui. Per consentire alla “General Informatic Center” di aggiudicarsi tutti i contratti di
fornitura di beni e servizi, facendo apparire che la selezione era avvenuta sulla base del criterio dell’offerta più conveniente, l’A.N.F.E. avrebbe simulato indagini di mercato dirette alla selezione dei fornitori di materiale informatico (quando sin dall’inizio l’intendimento esclusivo era quello di avvalersi della sola società di Di Giovanni) e quindi formato falsi preventivi di spesa, del tutto antieconomici, riconducibili ad altre società risultate però ignare o addirittura inesistenti.

Al termine delle indagini, sono state complessivamente denunciate 6 persone per concorso in truffa aggravata finalizzata all’indebita percezione di erogazioni pubbliche.

Il settore, negli ultimi anni, è stato una fucina di scandali a cominciare dall’operazione e dal conseguente processo Ciapi e dall’inchiesta corsi d’oro di Messina Adesso finisce nel calderone anche l’Anfe

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