Ascoltato in “incidente probatorio” davanti al gup di Palermo Annalisa Tesoriere, l’appuntato dei carabinieri Giuseppe Barcellona, imputato per rivelazione di segreto d’ufficio con il tenente colonnello dell’Arma Marco Alfio Zappalà, nell’ambito dell’inchiesta sulle ricerche volte alla cattura del latitante Messina Denaro, ha dichiarato: “Ho solo eseguito gli ordini di un mio superiore”.

Il militare ha, quindi, ribadito quanto già affermato nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip. Nello stesso procedimento avviato dalla Dda è coinvolto anche l’ex sindaco Dc di Castelvetrano Antonio Vaccarino. Barcellona, quando era in servizio alla Compagnia di Castelvetrano, si occupava della trascrizione di intercettazioni telefoniche e ambientali ed è accusato di “accesso abusivo a un sistema informatico” e “rivelazione di segreti d’ufficio” per aver inviato a Zappalà, “su istigazione” di quest’ultimo, alcuni ‘screenshot’ di conversazioni captate in un’intercettazione ambientale tra due soggetti (Sebastiano Parrino e Ciro Pellegrino) sottoposti ad indagine.

Zappalà, che era in servizio alla Dia di Caltanissetta, secondo gli investigatori avrebbe “girato” la trascrizione a Vaccarino. Quest’ultimo, a sua volta, per l’accusa, avrebbe informato il compaesano Vincenzo Santangelo, già condannato per mafia.

Davanti al gup Tesoriere, l’appuntato Barcellona ha aggiunto che è stato lui a prendere, per primo, con Zappalà, il discorso sul fatto che lavorava su delle intercettazioni e affermando che la trasmissione delle trascrizioni è stata estemporanea e assolutamente non preventivata. A chiedere il nuovo interrogatorio sotto le forme dell’incidente probatorio erano stati i pm Francesca Dessì e Pierangelo Padova. Zappalà, depositando una relazione tecnica che farebbe venire meno la certezza che sia stato lui a trasmettere il file a Vaccarino, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato.

 

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