- A Non è l’Arena di Massimo Giletti il caso delle vaccinazioni a Polizzi Generosa.
- L’inviato Daniele Bonistalli ha intervistato, non senza difficoltà, il sindaco e il vicesindaco del Comune del Palermitano.
- I video dei due servizi della trasmissione di La7.
A Non è l’Arena, il programma condotto da Massimo Giletti su La7, ieri, domenica 28 febbraio, è andato in onda il servizio vittime del privilegio dedicato alle due dosi di vaccino somministrate al sindaco e al vicesindaco di Polizzi Generosa, comune del Palermitano, ovvero Gandolfo Librizzi e Angela Madonia.
Dopo l’anticipazione della scorsa settimana, pubblicata su BlogSicilia, sono state trasmesse le interviste di Daniele Bonistalli ai due amministratori del comune delle Madonie.
La vicesindaco Angela Madonia ha smentito di avere saltato la fila per la somministrazione del vaccino di Pfizer – BioNTech, affermando di averne avuto diritto, essendo un medico (seppur in pensione) perché ha chiesto di essere reinserita in un centro Covid per somministrare le dosi.
Il sindaco Librizzi, dal canto suo, ha dichiarato di non essersi intrufolato ma ha risposto all’invito della vicesindaco: «Le ho detto: ‘Ci posso andare?’. ‘Sì, perché il direttore sanitario, siccome abbiamo la possibilità di (vaccinare, n.d.r.), mi ha detto fai venire le persone che ritieni, a partire dal sindaco’. E io mi sono fidato». E ancora: «Non ho deciso io questo privilegio per me stesso», definendosi una ‘vittima’ di questo privilegio. E la seconda dose? «Se non ci vado, è il danno oltre la beffa perché annullerei la prima vaccinazione. A questo punto, posso anche non farlo il richiamo».
Tuttavia, secondo una fonte che ha informato l’inviato di Non è l’Arena, sia il sindaco che il vicesindaco avrebbero fatto il richiamo. Bonistalli, quindi, è tornato a Polizzi Generosa per saperne di più ma né Madonia – che ha provato anche a strappare il microfono dalle mani del giornalista – né il sindaco hanno voluto confermarlo.
Librizzi, però, ha detto: «Non so se l’ho fatto o no. Non ho niente da dichiarare. Non dipende da me. Rientra nel potere dell’autorità sanitaria. Se mi chiamano lo faccio, se non mi chiamano, non lo faccio».
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