Entra nel vivo il Carnevale di Acireale con tante iniziative collaterali che arricchiscono l’edizione 2017. Domenica sera, 26 febbraio, il Pal’Art Hotel ospiterà il tour di Gabry Ponte per un “Festival in maschera”, organizzato da THE CUBE con il patrocinio del “più bel Carnevale di Sicilia”.

Gabry Ponte è uno dei nomi più interessanti della dance europea ha scelto di parlare con noi prima dell’evento in programma domani.

Come è cambiata negli anni la professione del Dj?

“Totalmente. Quando ho iniziato a fare questo mestiere fantastico il dj era una sorta di operaio della notte, era relegato in un angolino dei locali dentro una piccola console buia, ora i dj sono superstar e fanno concerti veri e propri”.

I giovani prendono come modello gli esempi dei talent show (Amici per esempio), ma durano il tempo di una stagione, perché?

“Non è sempre vero. Diciamo che con l’avvento dei talent show (e di internet) si sono aperte delle opportunità per molti giovani con delle capacità che magari prima sarebbero rimasti nell’anonimato. Questo a creato un turn-over che necessariamente aumenta la selezione naturale del mercato. Ma è una cosa buona. Dai talent più importanti come Amici e X-Factor però sono usciti molti giovani che sono riusciti ad affermarsi e a costruirsi una carriera solida”.

E la musica dance? Cosa cercano i giovani quando vanno ad una serata in discoteca?

“La musica dance per me è un contenitore molto ampio che rappresenta, come dice la parola stessa tutto ciò che si può ballare. Va dal reggaeton alla trance.  Oggi nei club più commerciali il dj suona un po’ di tutto”.

Il disco più suonato di tutti i tempi?

“Non credo ne esista uno. Ci sono tanti ever-green…”

Il dj è un musicista?

“Non necessariamente. Diciamo che da quando il ruolo del dj è entrato in maniera dominante nel mondo della produzione discografica ci sono sempre più dj che arrivano da un background di studi musicali”.

Cosa consigli a chi si approccia a questa professione?

“Non cercare di bruciare le tappe. Oggi i ragazzi hanno davanti a loro degli esempi di dj/produttori molto giovani che sono già delle popstar mondiali e fanno concerti davanti a centinaia di migliaia di persone, ma questo risultato, che può sembrare così semplice da raggiungere, è in realtà frutto di tanto lavoro, impegno e di una gestione manageriale degli artisti molto esperta”.