L’aumento del gasolio e con esso l’aumento delle tariffe dalle compagnie di navigazione per il trasporto combinato strada-mare ha messo in serie in difficoltà il comparto dell’autotrasporto in Sicilia.

Per questo motivo gli autotrasportatori hanno indetto un fermo del settore dall’8 al 12 novembre prossimi. Si prevedono, dunque, giorni caldi con ripercussioni in diversi settori.
A chiedere un dialogo ed un ripensamento è Sicindustria che sottolinea il proprio “no” a questa azione di protesta.

“Le difficoltà determinate dagli aumenti registrati nei costi del carburante, dei servizi di navigazione, dei servizi in generale, cui si aggiunge la ormai cronica carenza di manodopera, oltre che l’asfissiante burocrazia cui vanno incontro tutte le pratiche di immatricolazione dei nuovi mezzi – commenta Sicindustria – rendono oggettivamente difficile l’esercizio delle attività”.

“Richieste legittime vengano espresse col dialogo”

Ciononostante le imprese del sistema ritengono che le “legittime richieste di intervento ai governi nazionale e regionale affinché mettano in campo misure concrete per sostenere il settore, debbano muoversi sul piano del dialogo, della correttezza istituzionale, garantendo lo svolgimento delle attività economiche”.

“Valutare forme civili di confronto”

La nota di Sicindustria continua “Il rispetto nei confronti delle imprese dei settori primario, industriale e commerciale che del trasporto merci su strada hanno assoluta necessità, induce infatti a valutare forme civili di confronto che escludano il blocco delle merci e l’allestimento di ‘punti di sensibilizzazione’ presso i porti e gli snodi di viabilità della Sicilia”.

“Danno arrecato sarebbe enorme”

“Il danno che il blocco dei trasporti arrecherebbe a tutte le imprese della Sicilia – conclude Sicindustria – sarebbe enorme con il rischio di perdere anche le importanti commesse verso i clienti esteri in favore di imprese concorrenti straniere. La nostra associazione Anita–Confindustria ha già in corso le giuste interlocuzioni istituzionali al fine di alleviare i disagi che sta vivendo il settore”.

Cna Fita Sicilia “No alla protesta, sì al dialogo”

Anche Cna Fita interviene sulla vicenda – pur condividendo le ragioni della protesta – ha deciso di non aderire.

“Pensiamo che il blocco, in questa fase, colpisce gravemente le economie siciliane che si servono dell’autotrasporto – si legge in una nota a firma di Daniela Taranto, Giorgio Stracquadanio e Saro Tumino – le conseguenze di questo fermo ricadranno, in primo luogo, pesantemente sugli stessi autotrasportatori. Prima di arrivare a forme di protesta eccessive, CNA FITA chiede, urgentemente, un Tavolo con il presidente della Regione e con l’Assessore ai Trasporti”.

Il documento prosegue: “Sappiamo che alcuni sindaci della fascia trasformata hanno espresso vicinanza al settore. C’è la loro disponibilità a far parte di questo Tavolo. Quando parliamo della fascia trasformata parliamo di una filiera economica che interessa un’area geografica vasta della nostra regione, che va dal territorio di Trapani fino a quello di Siracusa e mette insieme circa 100 mila imprese del settore ortofrutticolo, commerciale, del packaging e dell’autotrasporto. Oltre il 23% della produzione orticola nazionale ricade in quest’area e in questo periodo la stessa entra in produzione. Il trasporto collegato a questa filiera è fondamentale ma non ha trovato mai rispetto agli imbarchi, non ha nessuna precedenza. Il blocco graverebbe ulteriormente sul settore e poi, per effetto domino, su tutta la filiera. Non bastano i danni fatti dal Covid a questa economia? Se ne devono creare per forza altri con i blocchi e l’immobilismo politico?”.

“Governo regionale intervenga subito istituendo tavolo”

“Il governo regionale ha l’obbligo di intervenire subito, facendo valere il suo ruolo, evitando il fermo e istituendo un Tavolo che veda coinvolte le parti sociali e i sindaci delle aree interessate. Per CNA FITA la battaglia sull’insularità non può essere soltanto un annuncio sui social ma deve avere una forma, un criterio che producano, nel medio lungo termine, fatti concreti, soluzioni immediate che evitino altri danni all’economia siciliana”.

Sallemi (Fdl) “Nostra agricoltura non può pagare”

Il consigliere comunale vittoriese di FdI, nonché coordinatore provinciale del partito, Salvo Sallemi è intervenuto sull’annuncio delle sigle degli autotrasportatori relativo a un fermo dall’8 al 12 novembre.

“Pur comprendendo le legittime rivendicazioni dei lavoratori – dice Sallemi – e degli autotrasportatori non possiamo assistere inermi a un blocco che condannerebbe la nostra agricoltura e quindi la nostra economia. Siamo già in fortissima sofferenza e un blocco rischierebbe di mettere ancora più in crisi il nostro tessuto, con rischi di speculazione sui prezzi dagli effetti disastrosi”.

E conclude: “Auspichiamo che tutte le istituzioni si muovano all’unisono a partire dal primo cittadino e dal presidente della Regione per convocare un tavolo con le associazioni di categoria. Ma vorremmo sentire forte e decisa la voce del governo nazionale che non può restare né silente né inerme”.

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