La Sicilia mantiene il passo richiesto dalla Comunità europea in materia di tutela delle risorse idriche. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha approvato il secondo aggiornamento del Piano di gestione delle acque del distretto idrografico siciliano, valevole per il periodo 2021-2027, dopo che questo documento era stato adottato dalla Conferenza istituzionale permanente dell’Autorità di bacino della Presidenza della Regione.
L’ok dell’esecutivo nazionale allinea, pertanto, il governo dell’Isola alla direttiva comunitaria 60/2000, successivamente recepita dall’Italia con la legge 152/2006.

Il piano di gestione

Il piano di gestione, che era stato approvato per la prima volta nel 2010 e poi aggiornato nel 2016, è lo strumento con il quale si individuano tutte le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi di qualità delle acque, sia superficiali sia sotterranee, e contiene le indicazioni sulle azioni da condurre per garantire una gestione sostenibile in termini quantitativi e qualitativi delle risorse idriche.
Fra le misure più importanti per raggiungere gli obiettivi, la riduzione degli scarichi civili e industriali, quella dell’inquinamento in agricoltura da prodotti fertilizzanti e fitosanitari, il recupero morfologico della qualità dei fiumi, l’uso razionale delle risorse, ivi compreso il riutilizzo delle acque reflue e l’applicazione delle norme contro gli eventi siccitosi.
Tali misure dovranno essere attuate da tutti i soggetti competenti in materia di utilizzo delle risorse idriche, che dovranno attenersi ai contenuti del Piano. Il prossimo aggiornamento è previsto per il 2027.

Pnrr, a Siciliacque appalti per due acquedotti e un serbatoio

Obiettivo centrato. Siciliacque ha aggiudicato entro il 30 settembre gli appalti delle tre opere idriche finanziate dal ministero delle Infrastrutture con i fondi provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, Pnrr.

Si tratta del nuovo acquedotto Marsala, Mazara, Petrosino; del raddoppio del secondo tratto dell’acquedotto Garcia; del grande serbatoio d’accumulo a servizio dei sistemi acquedottistici interconnessi Garcia, Montescuro Ovest e Favara di Burgio, che sorgerà nella zona fra Erice e Paceco.

Il costo complessivo dei tre interventi ammonta a quasi 114 milioni di euro.

Terminate le verifiche amministrative, i cantieri apriranno a cavallo fra la fine di quest’anno e l’inizio del 2024. In base alle tempistiche individuate nel Pnrr, i lavori dovranno essere ultimati entro il 31 marzo 2026.

Le opere in questione sono destinate ad aumentare la resilienza del sistema idrico di sovrambito. Nel dettaglio, l’acquedotto Marsala, Mazara, Petrosino si estenderà per complessivi 70 chilometri e veicolerà circa 300 litri d’acqua al secondo, colmando l’attuale deficit idrico dei tre Comuni trapanesi e stoppando soprattutto il fenomeno del cosiddetto “cuneo salino”, provocato dall’eccessivo prelievo dai pozzi che ha portato l’acqua salata del mare a mischiarsi con quella per usi idropotabili.

Il raddoppio del Garcia, in pratica una condotta aggiuntiva di 5 chilometri nel secondo tratto dell’acquedotto, aumenterà invece la portata dell’acqua – che sarà trattata dall’impianto di potabilizzazione di Sambuca – dagli attuali 530 litri a 730 litri al secondo.

Infine il serbatoio d’accumulo che sarà costruito fra Erice e Paceco permetterà di limitare le interruzioni nell’erogazione idrica ai Comuni utenti di Siciliacque delle province di Trapani e Agrigento in caso di guasti o interventi di manutenzione sulla rete e sugli impianti.