Il Gup di Messina, Monia De Francesco, ha rinviato a giudizio 40 persone per i disordini di Giardini Naxos durante lo svolgimento del G7 del maggio del 2017 a Taormina. Lo scrivono la Gazzetta del Sud e il Giornale di Sicilia. I reati ipotizzati, a vario titolo, nei confronti di attivisti e antagonisti che arrivarono nell’isola da diverse regioni italiane e anche dall’estero, sono resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza e violazione delle prescrizioni disposte dal questore.
Lo scontro con le forze dell’ordine
Al centro del processo lo scontro con le forze dell’ordine a conclusione della manifestazione contro il G7 sul lungomare di Giardini Naxos. La prima udienza si terrà l’11 gennaio 2022 davanti il tribunale di Messina.
Un’atmosfera molto tesa in quei giorni
L’atmosfera in città era spettrale in quei giorni già prima dell’inizio del corteo che ha percorso il lungomare proprio mentre i potenti della terra tiravano le fila dei due giorni di vertice. I negozi sono rimasti chiusi e in molti decisero di blindare le proprie attività commerciali con delle spranghe di legno. “La gente non deve aver paura” aveva ripetuto più volte Gianmarco Catalano, della rete No G7, il quale sosteneva che il clima di tensione sarebbe stato creato ad arte contro gli organizzatori nel tentativo di spostare l’attenzione dei media e non parlare dei temi veri: il potere dei grandi, la militarizzazione di tutta la costa ionica che va avanti da mesi, il cimitero e l’ospedale chiusi, la fame del mondo, la morte dei migranti.
Attivisti bloccati
Intanto, però, una cinquantina di attivisti appartenenti a gruppi e centri sociali di Napoli, che in quei giorni era diretto a Giardini Naxos per partecipare alla manifestazione ‘No G7’, venne bloccato da polizia e guardia di finanza a Villa San Giovanni, a Reggio Calabria. La perquisizione ebbe esito negativo, ma i controlli fecero emergere che una decina di loro aveva pregresse denunce dopo avere partecipato a manifestazioni.
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