Giornata contro la violenza alle donne e tante, tantissime iniziative a Palermo e in Sicilia. “La violenza contro le donne è una aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali”. E’ quanto si legge in un messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il flash mob dello Spi Cgil a piazza Verdi
Per accendere i riflettori sull’argomento, lo Spi Cgil della Sicilia, sindacato pensionati, ha organizzato un flash mob che si è tenuto nella centrale piazza Verdi di Palermo alle 10.30.
Più della metà delle violenze familiari riguarda donne over 65
“Più della metà delle violenze familiari – dicono Maria Concetta Balistreri, segretaria generale dello Spi Cgil Sicilia e Concetta Raia, responsabile del sindacato per le politiche di genere- riguarda donne over 65. Registriamo tuttavia ancora oggi una difficoltà alla denuncia, all’emersione – sottolineano- dovuta probabilmente dalla percezione di vivere un presente non destrutturabile e un futuro di libertà impossibile”.
Donne più consapevoli rispetto al passato, potenziare i centri antiviolenza
La violenza che subisce una donna anziana viene spesso da lontano, dai primi anni del matrimonio. “Sono donne – dice un documento dello Spi- che hanno portato avanti la loro relazione in un periodo in cui la violenza tendeva a essere giustificata. Oggi esse sono più consapevoli e hanno meno paura di denunciare grazie alla presenza dei
centri antiviolenza nel territorio. Queste strutture vanno ulteriormente potenziate e le donne incentivate a fare venire allo scoperto eventuali situazioni di violenza in famiglia”.
I dati sulle donne siciliane che chiedono aiuto
Secondo i dati del Dipartimento pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri le chiamate effettuate dalle donne siciliane al 1522, il numero verde contro violenza e stalking, sono il 6% della media nazionale. Tra le chiamate complessivamente il 9% riguarda donne over 65. Le donne siciliane che hanno chiesto aiuto nel 2021 e nel primo semestre del 2022 sono state 2.157 , con un aumento negli ultimi mesi delle chiamate. In Sicilia complessivamente tra il 2021 e il 2022 sono state uccise 20 donne e il 30% di queste era un’anziana over 65. L’86% dei delitti è avvenuto in ambito familiare.
Le difficoltà a denunciare
“Ad oggi purtroppo – dicono Balistreri e Raia- solo il 17% delle donne che subiscono violenza chiede aiuto e denuncia il partner o familiare che sia. Questa percentuale diminuisce quando si tratta di donne anziane. Questo non può essere più taciuto”.
Il protocollo per le farmacie
CGIL Cisl e Uil Palermo con le associazioni datoriali civiche e degli esercenti e Federfarma, firmano il protocollo per l’inserimento del numero anti violenza 1522 negli scontrini delle farmacie di Palermo. L’impegno assunto dall’assessore comunale alle Politiche Sociali Rosi Pennino. A piazza Pretoria c’è stato poi un piccolo incontro in memoria delle vittime di violenza.
Il flash mob Campus Palermo
Una lunga sciarpa rossa: questo il simbolo del flash mob di stamane al Campus universitario di viale delle Scienze a Palermo. L’iniziativa, basata su un progetto della professoressa Licia Callari, è organizzata dal Dipartimento Scienze psicologiche, pedagogiche, dell’esercizio fisico e della formazione dell’università di Palermo. Coinvolti quasi mille fra studenti, bambini, insegnanti, genitori, docenti, operatori del sociale, esponenti delle forze armate e dell’ordine, anelli di una catena umana lunga un chilometro stendendo una sciarpa rossa «per testimoniare quella lunga scia di sangue che lascia ogni gesto di violenza su un nostro simile.
Ministra Roccella: “Far rispettare le leggi, ci sono”
Per limitare i femminicidi e le violenze contro le donne, “non servono interventi di punizione ulteriore e interventi sul piano penale. Quello che dobbiamo fare è attuare le leggi che ci sono, fare un’opera capillare di prevenzione e campagne sul numero 1522 a sostegno delle vittime di violenza: la prossima settimana partirà l’accordo con Poste italiane perché venga pubblicizzato il numero nelle 15mila sedi. Ci stiamo inoltre attivando perché la campagna di comunicazione continui tutto l’anno e non solo a ridosso del 25 novembre”. Così la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari opportunità, Eugenia Roccella a Radio 24 nella Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Sui fondi per le vittime di violenza, Roccella spiega a Radio 24 che “in questa finanziaria estremamente difficile, con tempi e risorse limitate, abbiamo già incrementato il fondo per le case rifugio, i centri antiviolenza e il fondo antitratta. La linea è stata chiara ed è tracciata. Non c’è solo il reddito di libertà, che vorrei mantenere e incrementare ma c’è questa coperta che non è possibile allungare, ci sono anche altri strumenti come il microcredito di libertà per dare alle donne un aiuto per rendersi autonome. La preoccupazione nei confronti dell’autonomia economica delle donne vittime di violenza è assolutamente presente al governo”.
Donne ai vertici della giustizia
“Sono sempre stata contraria alle quote rosa, ma qualcosa è cambiata nella mia posizione perchè penso che ci sia bisogno di ‘corpi di donnà, c’è bisogno della loro presenza in luoghi significativi, anche nella giustizia”. Lo ha detto la magistrata Laura Vaccaro, procuratore aggiunto di Palermo, responsabile del Dipartimento per la tutela delle fasce deboli e vittime vulnerabili, nel corso dell’evento sulla violenza ai danni delle donne, promosso allo Steri dall’università del capoluogo siciliano. In precedenza aveva sottolineato che “occorre fare una seria riflessione su una narrazione che spesso viene fatta sul fenomeno del femminicidio, non solo dai mezzi di informazione, ma anche dagli operatori della giustizia”.
Midiri: “Il problema è culturale”
“Il vero problema è creare una sensibilizzazione che rimanga nel tempo. Si pone un problema di tipo culturale. Scuola e Università devono educare i ragazzi ad un nuovo modo di pensare”. Così, il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri
Microcredito agevolato per le vittime di violenza
Le donne vittime di violenza, italiane e straniere, regolarmente presenti sul territorio nazionale, con o senza figli, ospiti di Case rifugio, che vogliano ottenere un finanziamento agevolato per avviare o sviluppare, con l’assistenza senza oneri di un tutor, iniziative di microimpresa o di lavoro autonomo o professionale in tutti i settori (escluso quello agricolo e della pesca), potranno rivolgersi ad uno dei Centri antiviolenza del proprio territorio o chiamare il Numero nazionale antiviolenza 1522 per chiedere di aderire al progetto “Microcredito di libertà”. Così facendo, con l’assistenza della Casa rifugio o del Centro antiviolenza o di un Punto di contatto della Caritas, potranno ottenere l’erogazione di un finanziamento agevolato presso la rete di Fidimed, intermediario finanziario 106 vigilato da Bankitalia presente in Sicilia e su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di un finanziamento bancario a tasso zero (grazie all’intervento dell’Ente nazionale per il microcredito) e con garanzia di Mediocredito centrale, di importo fino a 50mila euro da restituire entro sette anni, finalizzato ad avviare una nuova attività o a svilupparne una già esistente, sotto forma di lavoratrice autonoma o libera professionista titolare di partita Iva da non più di 5 anni e fino a 5 dipendenti; di impresa individuale nuova o esistente da massimo 5 anni e fino a 5 dipendenti; di società o cooperativa o associazione attiva da non oltre 5 anni e fino a 10 dipendenti.
L’iniziativa è stata presentata oggi presso la Camera di commercio di Palermo ed Enna da Marco Paoluzi, Responsabile e Coordinatore dell’area Credito e Banche dell’Ente nazionale per il Microcredito; da Fabio Montesano, A.d. di Fidimed; da Guido Barcellona, segretario generale della Camera di commercio di Palermo ed Enna; da Angela Pisciotta, presidente del Comitato imprenditoria femminile; e da Sabrina Musacchia, coordinatrice del Comitato pari opportunità dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Palermo.
Il “Microcredito di libertà” – che mira ad emancipare e ad affrancare da forme di sudditanza economica le donne che, dopo la denuncia, hanno dovuto allontanarsi da casa e dal contesto in cui operavano – può essere utilizzato per l’acquisto di beni, servizi e materie prime, per pagare retribuzioni o per corsi di formazione aziendale. Nella fase di istruttoria e nel periodo di preammortamento è prevista l’assistenza senza oneri di un tutor.
Fidimed è il primo intermediario finanziario in Sicilia e tra i primi in Italia ad avere aderito al Progetto, finanziato con 3 milioni di euro dal Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri e gestito dall’Ente nazionale per il microcredito, regolato da un Protocollo sottoscritto dallo stesso Dipartimento, dall’Ente nazionale per il Microcredito, dall’Abi, da Federcasse-Federazione nazionale delle Bcc, e dalla Caritas italiana. In Sicilia collaboreranno al Progetto la Camera di commercio di Palermo ed Enna, il Comitato imprenditoria femminile e il Comitato pari opportunità dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Palermo
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