La manovra finanziaria quater della Regione siciliana ha visto la luce. Erano da poco passate le 22 quando è giunto il voto finale che chiude una giornata nera per la maggioranza siciliana. Alla fine una manovra c’è ma non è quella che il governo aveva presentato e soprattutto la maggioranza si è spaccata in due chiari tronconi. da una parte c’è Forza Italia con la Dc e la Lega tutti con Schifani, dall’altra parte ci sono i dissidenti di Fratelli d’Italia con gli autonomisti e Sud chiama Nord di Cateno De Luca.
La spaccatura era visibilmente plastica negli ultimi tre tronconi della seduta di ieri, spacchettata in base alle sospensioni. dal tardo pomeriggio alla sera, da quando cioè Schifani ha chiesto di abbandonare l’aula, a sala d’ercole sono rimasti, oltre le opposizioni, proprio e Meloniani con autonomisti e deluchiani. Tutti in aula solo alla fine per il voto finale della manovra.
17 gli articoli bocciati, un terzo della manovra originale
Ma il documento è stato decimato, 17 gli articoli bocciati, praticamente un terzo della manovra, praticamente tutte le norme considerate qualificanti.. Stop ai contributi per l’editoria, i laghetti aziendali, gli incentivi per il south working, il finanziamento al Cefpas, i contributi agli aeroporti di Trapani Birgi e di Comiso, i soldi per i Conservatori di Musica, gli interventi di pulizia degli svincoli autostradali oltre a quelle già caduta in mattinata ovvero il finanziamento del film su Biagio Conte, la norma tecnica per il sistema finanziario della Regione, la norma per implementare le piattaforme digitali.
Sì agli articoli di Galvagno, di Fratelli d’Italia e qualcuno dell’opposizione
Passano solo gli articoli che piacciono a Pd e 5 stelle e quelli cari agli autonomisti, al Presidente Galvagno e a Fratelli d’Italia. All’unanimità vengono approvati i fondi per la stabilizzazione dei lavoratori dei consorzi di bonifica, i contributi all’Azienda siciliana trasporti e il Maas. Passa anche un articolo caro al Presidente dell’Ars Galvagno, che stanzia un contributo per salvare l’Ipab di Paternò con oltre 3 milioni di euro. Si anche ai soldi per gli scavi archeologici proposti dall’assessorato retto dal meloniano Scarpinato.
La spaccatura fra i presidenti
Ma quello che esce a pezzi e la maggioranza con una chiara spaccatura fra Schifani e Galvagno. Era stato lui, Galvagno, a consigliare di ritirare la manovra. Poi in aula il massacro delle norme, le frasi piccate da Galvagno all’assessore Dagnino appena accennate (E’ un massacro, bastava ritirarla questa manovra dice il presidente dell’Ars all’indirizzo dell’assessore dimenticando per un attimo di spegnere il microfono), le norme del governo tutte bocciate in sequenza quasi come uno “sfregio”, gli appelli alla responsabilità che cadono nel vuoto uno dietro l’altro, quelle, invece, care a Galvagno che passano.
La manovra del giovedì nero adesso è acqua passata ma lo scontro resta e adesso si prepara la resa dei conti forse con un vertice di maggioranza che sarebbe pronto per essere convocato forse già lunedì e dalle conseguenze imprevedibili a partire dalla composizione della giunta






Commenta con Facebook