La Finanziaria quater affonda in aula sotto i colpi dei franchi tiratori. Tre volte impallinata durante il voto della mattina, altre 8 volte nel pomeriggio e poi ancora più volte in serata la manovra perde pezzi importanti. Da Palazzo d’Orleans si addita l’intero gruppo di Fratelli d’Italia ma i 12 voti dei meloniani non basterebbero a tutte queste bocciature. I Franchi tiratori sono da 13 a 17 a seconda dei voti che vengono espressi di volta in volta quindi fra i franchi tiratori ci sono anche a volte deputati azzurri, a volte autonomisti.
Il disastro nel pomeriggio
Dopo i primi tre stop della mattina il Presidente Galvagno sospende l’aula per mezz’ora ma la sospensione invece dura tre ore durante le quali i capigruppo incontrano il presidente dell’Ars in Sala lettura insieme all’assessore Dagnino ma non si riesce a trovare la quadra. Impazzano le voci di un ritiro dell’intera manovra ma alla fine si prova a tornare in aula con una proposta di stralcio.
Lo stralcio annunciato in aula da Dagnino
Si torna in aula poco prima delle 17,30 e l’assessore all’economia propone uno stralcio di 20 articoli dalla manovra. Fra questi gli articoli 49 e 50, quelli contenenti le tabelle da 35 milioni di interventi territoriali, le così dette mancette. Ma all’opposizione non basta.
Approfittando della spaccatura in maggioranza con i deputati di Fratelli d’Italia e pezzi della stessa Forza Italia e a turno degli Autonomisti che votano contro, iniziano a passare tutti gli emendamenti soppressivi.
Le norme bocciate
Sono otto gli stop imposti a stretto giro nel corso del pomeriggio. Cadono una alla volta la norma per i contributi all’editoria, la proposta dei contributi agli agricoltori per i laghetti aziendali, gli incentivi per il south working, il finanziamento al Cefpas, i contributi agli aeroporti di Trapani Birgi e di Comiso, i soldi per i Conservatori di Musica, gli interventi di pulizia degli svincoli autostradali oltre a quelle già caduta in mattinata ovvero il finanziamento del film su Biagio Conte, la norma tecnica per il sistema finanziario della Regione, la norma per implementare le piattaforme digitali.
Passano solo gli articoli che piacciono a Pd e 5 stelle. All’unanimità vengono approvati i fondi per la stabilizzazione dei lavoratori dei consorzi di bonifica, i fondi per il consorzio di bonifica di Gela, i contributi all’Azienda siciliana trasporti e i Mercati agroalimentari della Sicilia. Passa anche un articolo caro al Presidente dell’Ars Galvagno, che stanzia un contributo per salvare gli anziani dell’Ipab di Paternò con oltre 3 milioni di euro.
Accantonati gli altri articoli mentre per i debiti maturati da Sicilia Digitale ed altri oneri per i quali è necessario un accordo transattivo il governo annuncia una riscrittura.
Il clima è sempre più teso e alla fine arriva un’altra sospensione utile non solo a fare i conti delle norme bocciate e delle disponibilità economiche liberate. In serata
Della manovra da 54 articoli e 241 milioni rischia di restare ben poco ma il tema adesso è politico






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