Gaetano Galvagno, 37 anni, per la seconda volta in Assemblea regionale siciliana, sarà il Presidente del Parlamento nella XVIII legislatura. Salvo sorprese delle ultime ore Fratelli d’Italia ha ormai formalizzato agli alleati la designazione.
Hanno pesato non soltanto i suoi circa 14mila voti, ma anche la sua prima legislatura (la XVII dal 2017 al 2022 dunque quella appena finita) quasi interamente trascorsa da deputato segretario dunque nell’ufficio di presidenza, cosa questa che risponde a chi lo additava come scarsamente esperiente per quel ruolo
Con la scelta del Presidente dell’Ars vanno a posto anche tutte le altre pedine e si definiscono i ruoli anche nel governo Schifani.
Gianfranco Miccichè presidente della Commissione Ambiente del Senato
A Gianfranco Miccichè viene offerta la presidenza della Commissione Ambiente del Senato dopo il suo passo indietro sulla candidatura per un mandato bis alla Presidenza del Parlamento siciliano. In questo scenario, dunque, il coordinatore siciliano di Forza Italia opta per l’elezione a Roma e lascia il posto a Sala d’Ercole
Una donna tecnico alla sanità
Per l’assessorato alla sanità arriva un tecnico donna. Tramontano, però, tutti i nomi fatti nei giorni scorsi. Non sarà Daniela Faraoni manager dell’Asp 6 e nemmeno Anna Maria Palma. Il tecnico individuato da Renato Schifani è Giovanna Volo, già direttore sanitario dell’ospedale Civico e dell’Asp 6 di Palermo, donna con grande conoscenza della macchina sanitaria siciliana
Quattro assessori a FdI, tre a Forza Italia ma con la sanità
Definita la Presidenza dell’Ars e l’assessorato alla sanità, il resto viene di conseguenza. Si parte dai numeri. Quattro le poltrone che andranno a uomini e donne di Fratelli d’Italia in aggiunta a quella di Presidente dell’Ars, tre gli assessorati per Forza Italia compreso il tecnico della sanità, due ciascuno per Lega e Dc Nuova, ma con la Lega che ha il diritto di prelazione sulle deleghe per effetto di qualche voto in più, uno per Autonomisti e Popolari.
La rosa di Fratelli d’Italia
Il partito di Giorgia Meloni sembra aver definito la sua rosa. Dopo aver indicato Gaetano Galvagno per la presidenza dell’Ars, per le quattro poltrone da assessore due donne, Giusi Savarino ed Elvira Amata, e due uomini, Alessandro Aricò e Giorgio Assenza. Alessandro Aricò dovrebbe prendere le Infrastrutture con i Trasporti, A Giorgio Assenza potrebbero spettare le Attività produttive, ad Elvia Amata Istruzione e Formazione Professionale e a Giusi Savarino il Territorio e Ambiente
Gli assessori azzurri
In casa azzurra, oltre la sanità, tocca al catanese Marco Falcone dare la carte. Per lui la delega all’Economia mentre al campione di preferenze Edy Tamajo toccherà la delega al Turismo.
Dubbi sciolti in casa Lega
In casa Lega Luca Sammartino prende la vice presidenza della Regione e l’assessorato all’Agricoltura mentre il palermitano Vincenzo Figuccia va ai Beni Culturali.
La Dc Nuova e gli Autonomisti
La nuova Dc non ha mai fatto un mistero che il primo nome è quello di Nuccia Albano destinata alla famiglia ed al lavoro. Il secondo assessore dovrebbe essere Andrea Messina a meno di sorprese. E’ probabile che Messina, ex sindaco, vada all’assessorato alla Funzione Pubblica e alle Autonomie locali
Gli autonomisti, invece, puntano di Roberto Di Mauro, già assessore di Raffaele Lombardo e vice presidente dell’Ars nell’ultima legislatura. Per lui è pronto l’assessorato regionale all’Energia.
Il giro vorticoso di deleghe non ancora finito
Le caselle potrebbero ancora cambiare destinazione nelle prossime ore, non i nomi ma quantomeno le deleghe. Ad esempio non è detto che la delega di Vincenzo Figuccia sia quella ai beni Culturali. E’ possibile un giro di valzer con Nuccia Albano che porterebbe l’esponente della Dc Nuova proprio ai Beni Culturali e quello della Lega a famiglia e Lavoro. Anche Infrastrutture e Istruzione potrebbero ruotare fra loro. Insomma i bene informati dicono che per la definizione degli ultimi dettagli c’è tempo ancora fino a domenica.
Tutto inoltre, è frutto delle trattative e delle richieste dei partiti ma non c’è ancora nessun sigillo posto dal presidente Schifani
Commenta con Facebook