Indotto Fincantieri, le aziende abbandonano i lavori e lasciano i lavoratori senza retribuzioni. Una situazione che sta diventando sempre più generalizzata e preoccupante.
La denuncia
La denuncia viene dalla Fiom Cgil Palermo, che ha già proclamato i primi scioperi. “Nell’indotto c’è una situazione da giungla degli appalti, con diverse aziende che vanno via dallo stabilimento e monta sempre più il disagio tra i lavoratori per le retribuzioni che saltano – dichiarano il segretario generale Fiom Cgil Palermo Francesco Foti e il coordinatore Rsu Fiom Serafino Biondo– Stiamo difendendo i lavoratori in tutti i modi, anche con le vie legali. Ci rivolgiamo all’ente appaltante, perché verifichi quanto sta accadendo e si faccia da garante per le retribuzioni dei lavoratori”.
Lo sciopero
Da lunedì saranno di nuovo in sciopero i lavoratori della Spazio Arredo di Isola delle Femmine, azienda dell’indotto Fincantieri che si occupa di lavori di arredamento navale.
“L’azienda non paga i lavoratori, che già per lo stesso motivo hanno scioperato per sette giorni di fila, dall’8 al 13 febbraio –- I lavoratori non hanno ancora ottenuto la tredicesima, il saldo di dicembre, lo stipendio di gennaio e altri istituti contrattuali. Pertanto, abbiamo programmato un’altra azione di sciopero”.
Anche altre aziende, come la Sarfetec srl, sono andate via dallo stabilimento. I lavoratori in questo caso attendono il pagamento del Tfr e l’ultima retribuzione. E poi c’è la Techno Studio Lab, che ha interrotto la sua operatività al Cantiere Navale e i lavoratori vantano alcune spettanze.
Le parole dei sindacati
“E’ una situazione che insostenibile, abbiamo già avviato le procedure legali con l’avvocato della Fiom Marcello Costa per tutte e tre i casi – aggiungono Foti e Biondo – Occorre, dal nostro punto di vista, che Fincantieri controlli quanto sta accadendo all’interno dello stabilimento, nel settore degli appalti, e verifichi che i lavoratori ricevano quanto previsto nel contratto collettivo nazionale di lavoro. Riteniamo che Fincantieri debba farsi garante e retribuire, in quanto stazione appaltante, quello che i lavoratori non hanno ricevuto. Oltre alle battaglie sindacali e agli scioperi, tuteleremo i lavoratori in tutte le sedi legali competenti per far sì che i lavoratori ottengano quello che gli spetta”.
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