La Sicilia non si prende cura del proprio patrimonio culturale e monumentale. Allora ci pensano gli arabi a insegnarci la civiltà. Il governo saudita è pronto a investire 30 milioni di euro nell’isola per restaurare i monumenti frutto della cultura e della civiltà islamica del passato che si trovano in Sicilia.

Un investimento per mettere a frutto grandi opere e dar vita ad un circuito culturale virtuoso che in altri luoghi del mondo funziona alla perfezione come, solo per fare un esempio, in Andalucia.

Gli investimenti arabi riguarderanno Aidone, Piazza Armerina, Valguarnera ma non si fermeranno ai monumenti. Il governo saudita pensa anche di sfruttare turisticamente gli effetto con la costruzione di un albergo di lusso, con la realizzazione di una moschea che sarebbe la seconda per grandezza in Italia e, infine, alla realizzazione di un campus universitario.

Una vera e propria svolta culturale, una conquista senza armi ma anche una lezione di civiltà e di economia. Il progetto del governo saudita è stato presentato ufficialmente lo scorso 3 maggio alle amministrazioni locali che dovranno essere coinvolte nell’operazione ma non se ne è saputo nulla o quasi. Adesso ne racconta Italia Oggi dopo che la vicenda è arrivata in Consiglio comunale a Valguarnera ed ha fatto saltare i lavori del Consiglio a causa delle forti tensioni fra chi è favorevole e chi è contrario.

L’investimento da 30 milioni di euro sarebbe solo la prima fase del vasto progetto che prenderebbe le mosse attraverso un protocollo d’intesa fra tre comuni ennesi, Aidone, Piazza Armerina e Valguarnera. proprio in quest’ultimo paese nascerebbe il King salman cultural islamic center, una associazione culturale sotto l’egida del governo saudita ma di costituzione italiana che si occuperebbe di tutto a cominciare dal restauro del castello di Gresti.

Per dar vita all’associazione culturale c’è già un preliminare (non un vero e proprio protocollo d’intesa) firmato dai sindaci dei tre centri e dal rappresentante del governo saudita Ahmed Saeed Badrais. ma tutti i progetti dovranno comunque passare dalla sovrintendenza ai beni culturali e dal via libera da parte della regione.

Intanto contro la realizzazione della moschea e del campus universitario di cultura islamica è nato un comitato civico. In tempi di tensioni con le frange estremiste dell’islam anche la cultura rischia di farne le spese.

Il progetto saudita è ambizioso anche da un punto di vista culturale e religioso ma il modo e le richieste che vengono formulate danno adito ai detrattori a pensare ad una sorta di colonizzazione culturale, di avamposto di cultura islamica. Non è, però, l’unico progetto arabo in Sicilia. Gli interessi nella nostra terra sono tanti come dimostrano tante visite e tanti preliminari di accordi fino ad ora rimasti soltanto sulla carta.