Per nove giorni Biagio Conte, Fratel Biagio per le moltitudini che hanno trovato riparo nelle comunità da lui fondate, ha condotto una protesta fatta di digiuno e di preghiera, insieme ai senzatetto che passano le loro notti sotto i portici delle Poste centrali di Palermo. Lo ha fatto per indicare una questione sotto gli occhi di tutti, quella dei senzacasa, dei poveri in drammatico aumento, delle famiglie lacerate dalla mancanza di speranza e di futuro.

Di fronte all’ennesima persona che ha perso la vita in strada, Fratel Biagio ha deciso di lasciare la Missione Speranza e Carità e di farsi povero tra i poveri, di condividere la vita degli invisibili che popolano i freddi marciapiedi del capoluogo siciliano.

I giorni trascorsi dal frate laico in strada hanno visto una sempre maggiore sensibilizzazione da parte della cittadinanza, la quale, toccata dalla testimonianza del missionario, ha voluto portargli conforto umano e spirituale. Anche alcuni rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, hanno voluto abbracciare il profeta degli ultimi. Lo stesso ha fatto l’arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, il quale ha fatto visita al frate laico, portandogli la sua personale solidarietà e quella della Chiesa di Palermo. Nella giornata di ieri, Biagio Conte, molto provato fisicamente, ha interrotto la sua protesta, per continuare a pregare in un luogo solitario sulle intenzioni di questi giorni, affinché possano diventare opere concrete.

Come giornalisti cattolici e come cittadini ci sentiamo interpellati dalla richiesta di interventi invocata dal missionario laico. Pensiamo che le istituzioni, a tutti i livelli coinvolte, possano e debbano porre in essere serie e concrete politiche volte a migliorare le condizioni di vita delle fasce di popolazione, sempre più ampie, che si trovano sotto la soglia di povertà. Oltre a misure strutturali, urgono soluzioni rapide ed efficaci per dare dignità e condizioni di vita serene alle centinaia di persone che attualmente non hanno un tetto.

Per questo riteniamo che una misura concreta possa essere rappresentata dall’utilizzo dei numerosi immobili dismessi presenti in città. Auspichiamo, pertanto, che il grido di dolore che viene dai poveri possa trovare spazio nell’agenda politica delle istituzioni. Facciamo nostro, in tal senso, l’appello dei Vescovi di Sicilia, i quali, manifestando la loro solidarietà a Fratel Biagio, hanno sollecitato “l’agire solerte di uomini e donne di buona volontà impegnati in politica unicamente per il bene comune”.