La guardia di finanza scopre nel Palermitano una truffa sulle assicurazioni Rcauto. A realizzarle un broker, oltretutto abusivo perché operava senza alcun titolo. In pratica modificava dei documenti cambiando le date su pregressi contratti assicurativi. Poi convinceva le vittime grazie a dei vantaggiosissimi prezzi. Ma la truffa è stata scoperta dopo che molte delle vittime si sono viste sequestrare le auto perché per l’appunto non coperte.

Quasi 2 mila contratti fasulli

I finanzieri del comando provinciale Palermo hanno scoperto a Godrano, nel Palermitano, un fasullo broker nel campo delle assicurazioni. Avrebbe rilasciato circa 1.850 contratti di assicurazione verosimilmente falsi. I finanzieri della compagnia di Bagheria si sono messi in moto dopo diverse denunce di presunti truffati a cui era stata sequestrata l’automobile perché privi di copertura assicurativa. Hanno iniziato indagini nei confronti di un assicuratore rilevando che nel tempo avrebbe consegnato ai suoi clienti dei contratti assicurativi riportanti delle date di scadenza modificate in modo tale da allungarne la durata.

Il sistema utilizzato

L’assicuratore attraverso un metodo artigianale ma ingegnoso avrebbe modificato i riferimenti temporali presenti sui documenti assicurativi. In pratica ha cancellato con del bianchetto la data di scadenza. Il documento così ottenuto veniva poi scannerizzato e modificato al computer attraverso un programma di alterazione digitale. In questo modo numerosi clienti dell’agenzia venivano attratti dai prezzi molto vantaggiosi offerti dal broker. Pur pagando dei contratti assicurativi di durata annuale per i propri veicoli. In realtà avrebbero ottenuto solamente delle polizze con copertura semestrale. O, nel peggiore dei casi, i loro veicoli non sarebbero stati assicurati affatto.

Broker del tutto abusivo, non aveva alcun titolo

I finanzieri hanno inoltre constatato come il broker operasse abusivamente, in assenza della prevista iscrizione al Registro Unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi (Rui). Registro gestito dall’Ivass, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. I profitti della presunta truffa potrebbero aggirarsi sulle centinaia di migliaia di euro.

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