Governo battuto da un inedito asse. Accordo di scopo fra il Pd e la Lega ed il governo Musumeci va sotto all’Ars con voto palese. Pomo della discordia le ex Province che vedono una inedita alleanza probabilmente difficile da replicare in futuro ma sullo sfondo c’è anche lo scontro sulla ricandidatura di Musumeci che oggi sembra più forte di ieri.

Stop alle elezioni nelle ex province, governo battuto

Indette meno di un mese fa dopo numerosi e annosi rinvii, le elezioni nelle ex Province si fermano di nuovo. il voto dell’Ars le rinvia per l’ennesima volta e questa volta punta a non farlo tenere affatto. lo scopo quello di ridar vita agli organi di secondo livello e indire elezioni ordinarie. insomma far tornare alle urne i siciliani per eleggere le province.

Il fronte destra sinistra

Il fronte inedito e trasversale che mette insieme Pd, grillini, Lega, Mpa e Forza Italia coglie di sorpresa Musumeci e rinvia il voto al 2022. Ma dietro questo voto si intravede proprio la guerra fredda all’interno della coalizione a Musumeci ricandidato. una ricandidatura che torna a prendere capo e piede e forse mette di malumore qualcuno degli alleati

La sentenza che da il via libera alle speranze di ritorno al voto

Il tentativo è proprio quello di tornare all’elezione diretta, con voto popolare e per farlo l’asse trasversale vuole usare la forza fornita dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha, di fatto, demolito la riforma Crocetta insieme a quella nazionale di abolizione delle province firmata Delrio

Il Pd all’attacco del governo

“Il ddl sulle Province che è stato approvato, con il parere contrario del governo e dopo l’intervento accorato del capogruppo e dei componenti dello stesso gruppo parlamentare del presidente della Regione, mostra chiaramente che il presidente non ha più una maggioranza, anzi è meglio dire che non può più contare sulla maggioranza con la quale si è presentato ai siciliani” sostiene in aula il segretario regionale del Pd Sicilia Anthony Barbagallo.

“Musumeci pare abbia dimenticato che la riforma delle province era un punto cruciale del suo programma. Con il parere contrario del governo e l’intervento del capogruppo di Diventerà bellissima, abbiamo assistito allo sfaldamento della maggioranza. Sulle province – ha aggiunto – abbiamo assistito all’ennesima ‘debacle’ del governo regionale dopo quelle di altre riforme fondamentali quali sono quelle dei rifiuti e dell’idrico. Il presidente Musumeci prenda atto del fallimento – ha concluso – e rassegni le dimissioni liberando la Sicilia ed i siciliani dal governo più inconcludente della storia regionale”.

La Lega rivendica la sua scelta

Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’intervento di parte della maggioranza. “Oggi in aula abbiamo chiesto e ottenuto il rinvio delle elezioni di secondo livello e tracciato la strada che auspicabilmente potrebbe portare, attraverso un disegno di legge su cui lavoreremo nelle prossime settimane, al ripristino delle elezioni dirette dei rappresentanti delle province” rivendicano due deputati della Lega, il Capogruppo all’Ars Antonio Catalfamo e il segretario provinciale del partito a Palermo Vincenzo Figuccia.

“Questo garantirebbe maggiore rappresentatività ai territori, specialmente a quelle porzioni che attualmente soffrono per la condizione di abbandono delle strade, delle scuole e di alcuni servizi essenziali per la popolazione”.

“La sentenza della Corte costituzionale su questi enti locali ha di fatto rimesso nelle mani della politica la possibilità di fare scelte importanti invece di correre ad un voto frettoloso e azzoppato a gennaio” rincara la dose il deputato leghista Marianna Caronia.

“Mi farò promotrice di una legge che si basi su tre punti cardine: elezione da parte dei cittadini sia del Presidente della provincia sia del Consiglio, riduzione del numero dei consiglieri rispetto al passato e, soprattutto, introduzione della doppia preferenza di genere, in modo che anche in questi organi si possa lavorare con l’obiettivo della parità di rappresentanza per entrambi i generi”.

Diventerà Bellissima non ci sta

Ma gli uomini del presidente sottolineano le contraddizioni di questo atteggiamento “La norma sulle ex Province approvata all’Ars è insensata e penalizzerà ancora di più la gestione del territorio. Per questo motivo DiventeràBellissima si è astenuta” dice Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima.

“Dopo avere detto e fatto di tutto per l’abolizione delle Province, ora Pd e M5S a distanza di ben otto anni finalmente ammettono l’errore. La loro demagogia ha prodotto solo danni, poiché le ex Province sono state svuotate delle funzioni e i cittadini privati della possibilità di eleggere direttamente i propri rappresentanti” continua.

“La paralisi amministrativa che ne è derivata ha avuto gravi ripercussioni su servizi pubblici essenziali come, ad esempio, le infrastrutture viarie e la scuola. La posizione di DiventeràBellissima è sempre stata chiara e la ribadiamo ora, all’insegna della coerenza che ci contraddistingue: noi siamo per ridare la parola ai cittadini consentendogli nuovamente di eleggere per via diretta i propri rappresentanti”.

Ripristinare la democrazia

“Tuttavia, nelle more di questa riforma per il ripristino delle Province che noi per primi vogliamo, riteniamo che le attuali gestioni commissariali in Sicilia debbano concludersi prima possibile. Pertanto restiamo contrari al rinvio della consultazione elettorale”.

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