• I deputati regionali 5 Stelle: “Bisogna restituire prima possibile la voce ai territori e porre fine alla stagione dei commissari”
  • “Definire una soluzione in linea con la recente sentenza della Corte costituzionale”.

“Quella delle elezioni nelle ex Province è diventata ormai da tempo una barzelletta. Noi siamo stati da sempre contrari alle numerose proroghe che si sono susseguite nel tempo, ma la recente sentenza della Corte costituzionale complica una situazione già di per sé ingarbugliata”. Lo dichiarano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle.

Caos dopo la sentenza

I pentastellati dell’Ars evidenziano come “l’incostituzionalità dell’analoga legge nazionale, la Delrio, nella parte in cui prevede che il sindaco metropolitano coincida col sindaco del comune capoluogo, apre la strada a diversi scenari, ma soprattutto pone l’Assemblea regionale di fronte all’incombenza di definire una soluzione, in attesa che intervenga il legislatore nazionale”.

Restituire prima possibile la voce ai territori

“L’interesse del Movimento 5 Stelle – spiegano i deputati – è, anzitutto, quello di restituire prima possibile la voce ai territori e porre fine alla stagione dei commissari. Questo però deve avvenire necessariamente in linea con le pronuncia della Consulta, che non può essere ignorata”.

“Nessuna soluzione da Zambuto”

“Nessuna soluzione è arrivata dall’assessore regionale delle Autonomie locali, Zambuto, presente oggi in Commissione. Oltre a prendere atto della sentenza, stiamo lavorando a un’alternativa che ridia un ruolo di indirizzo politico ai sindaci ma certamente non possiamo sostituirci al governo, non avendo i numeri”, concludono i deputati M5S.

La sentenza

La Corte Costituzionale ha stabilito con la sentenza n. 240 depositata il 7 dicembre scorso in merito alla riforma degli enti di area vasta (ex Province) varata nel 2014 con la legge Delrio e sulle corrispondenti norme della Regione Siciliana, che l’attuale disciplina sui sindaci delle Città Metropolitane “è in contrasto con il principio di uguaglianza del voto e pregiudica la responsabilità politica del vertice dell’ente nei confronti degli elettori”.

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