• Giorgio Trizzino (M5S) e Alessandro Pagano ospiti di Casa Minutella.
  • Trizzino e Pagano hanno affrontato il tema del Governo Draghi.
  • Entrambi hanno anche naturalmente parlato di Sicilia e Palermo.

Giorgio Trizzino, deputato nazionale del MoVimento 5 Stelle, e Alessandro Pagano, vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, sono stati gli ospiti della 33esima puntata di Casa Minutella, condotta da Massimo Minutella, in diretta su BlogSicilia.it.

GIORGIO TRIZZINO (LEGA)

«Sono favorevole al Governo che sta per essere costituito. Voterò sì. E voterò sì anche quando sarà posta la fiducia», ha affermato Giorgio Trizzino.

E ancora: «Dopo l’appello di Sergio Mattarella ho detto di mettere da parte l’approccio tradizionale nei confronti della politica – spettacolo, della politica – spartizione, e di dedicarci, in quest’ultima fase della legislatura, soltanto alle competenze. Spero che il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio Mario Draghi facciano delle scelte non legate alle spartizioni – e di questo sono certo – ma legate alle capacità delle singole persone che andranno ad occupare i dicasteri. Possiamo cambiare il Paese se al posto giusto mettiamo le persone giuste, se i migliori saranno dentro la politica e lavoreranno a piene mani dentro di essa. Ora tutti i gruppi dovranno ascoltare il programma di Draghi e accettare la squadra di governo che sarà definita nelle prossime ore. Superato questo, inizierà il Governo ad esercitare in pieno i propri poteri».

Trizzino ha ammesso che «ci sono dei confronti in atto all’interno del M5S ma quando si dedice una linea, tutti la seguono sempre».

Capitolo Sicilia. Trizzino è sicuro: «Il prossimo governo regionale in Sicilia non sarà più di centrodestra ma di un’alleanza ampia all’interno del centrosinistra più il M5S. Il governo di centrodestra è in dirittura d’arrivo e i siciliani sceglieranno altro». Per il parlamentare pentastellato il movimento «è stato il sogno realizzato dei cittadini italiani che hanno finalmente portato, con i loro 12 milioni di voti, i nostri parlamentari alla Camera e al Senato, seppur con la maggioranza relativa. Siamo stati, infatti, sempre costretti a dovere governare con gli altri partiti. In Sicilia questa esperienza non è stata ancira fatta. Sono passate tutte le forme di governo ma mai quella con il M5S. Per un soffio Giancarlo Cancelleri non è riuscito a diventare presdiente della Regione. Il M5S non ha soltanto idee innovative ma è un partito puro che non è riuscito ad esprimere le proprie potenzialità. I siciliani devono ancora sperimentare questa purezza».

Infine, la difesa del premier uscente Giuseppe Conte: «È riuscito a tenere bene il timone del Paese. Corretto, professionale, ha portato avanti l’Italia in un momento diffficilissimo, nonostante i cani attaccati alle gambe che mordevano pesantemente. A noi Conte mancherà molto ma tornerà sulla scena. Ne sono convinto. È una persona di grande qualità. Un uomo di Stato apprezzato in tutta Europa e che ha portato in Italia i fondi del Recovery Fund».

ALESSANDRO PAGANO (LEGA)

Il vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati Alessandro Pagano ha detto: «Draghi sì, convintamente. La mossa che ha fatto Matteo Salvini non è tattica. Ha fatto così non per interesse del partito. Si tratta di una iniziativa di altissimo valore etico, tutta fatta nell’interesse del Paese. È chiaro che l’Italia stia vivendo una situazione rammarica. Tutti i  parametri dicono che stiamo andando a sbattere. Il dato che oggi emerge è che Salvini ha fatto un ragionamento per il Paese, chee somiglia tanto al periodo post bellico quando, nel 1946, la DC si alleò con PCI e PSI per l’interesse sublime dell’Italia».

E il rapporto con Fratelli d’Italia? «Il clima che c’è dentro la Lega è sereno. Il nostro partito è abituato a dialogare. Poi c’è una leadership forte: Matteo Salvini, dopo che ascolta tutti, decide. Per quanto riguarda il legame con Fdi, è politico ma non culturale perché le radici sono diverse. La nostra storia deriva dal rispetto del territorio. Abbiamo ben chiaro anche l’Europa che abbiamo davanti, l’Europa dei popoli, delle identità culturali che può essere ben interpretata da Mario Draghi. Culturalmente, quindi, la nostra storia è diversa da quella del partito di Giorgia Meloni. Ma ciò non significa che la loro scelta è da condannare, la rispettiamo ma è diversa. Al primo appuntamento utile elettorale, state tranquilli, staremo sempre insieme».

Capitolo Sicilia. Alessandro Pagano ha affermato: «Noi siamo interessati ad avere la presidenza della Regione. Siamo stati protagonisti nella vittoria di Nello Musumeci e lo saremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni. La Lega avrà un voto – opinione spaventoso. Noi ci stiamo strutturando e sappiamo di avere il vento in poppa. Tutto questo comporta che bisogna avere rapporti eccellenti con gli alleati – centristi, FI, MPA, FDI, Diventerà Bellissima – altrimenti come si possono vincere le elezioni? Senza gli altri è impossibile. Noi andremo d’accordo con l’attuale presidente della Regione».

Capitolo Palermo. «Non rinnegghiamo nullla. L’operazione con Ismaele La Vardera è stata una trovata di marketing. Ora, però, siamo una forza di governo e non faremo saltare il banco perché abbiamo mire fine a se stesse. Abbiamo una maturità riconosciuta, siamo il primo partito d’Italia, in crescita. Nell’ambito della città più importante della Sicilia saremo una forza costruttiva. Un nome? Non lo voglio bruciare».