Un gioco di luci e di colori, proprio all’ingresso della Villa più nota di Bagheria. Così la cittadina ha festeggiato la riapertura di Villa Cattolica, il museo che accoglie le opere e le spoglie di Renato Guttuso. L’antico e stupendo edificio fra io più belli del comprensorio è stato restaurato e dopo un anno e mezzo riaperto, con uno spettacolo di fuochi d’artificio, nel giorno del 105esimo anniversario della nascita del pittore, il giorno di Santo Stefano.

All’appuntamento c’erano un po’ tutti: artisti, uomini di cultura, studiosi, attori che a migliaia hanno poi invaso le
sale del museo lungo il percorso espositivo raccontato dal figlio adottivo dell’artista, Fabio Carapezza Guttuso. E accanto a lui il regista Giuseppe Tornatore che di Guttuso fu amico, estimatore e narratore. E’ suo il documentario del 1982 in cui il pittore di Bagheria racconta in forma autobiografica il suo itinerario umano, artistico e culturale. “Ero un ragazzo – ricorda Tornatore – quando nel 1973 questo museo raccolse la prima donazione di Guttuso. Ora è diventato un sito di grande importanza. Non potevo mancare”.

Una festa che va oltre la semplice riapertura di un museo e che sembra essere l’occasione per riunire la tormentata Bagheria, Fra gli invitati anche Pif che poco ha a che vedere con tutto questo, ma erano in tanti, invece, la cui presenza era sicuramente simbolica.

Il restauro è costato 4 milioni di euro e sono stati impiegati e fondi europei, ha riguardato soprattutto gli impianti, l’illuminazione, il riordino delle sale. Ma è stata anche l’occasione per un nuovo allestimento delle 1500 opere curato da Dora Favatella Lo Cascio già direttrice del museo. Non sono tutte opere di Guttuso ma ce ne sono davvero tante.

Poche parole da parte del sindaco pentastellato Matteo Cinque che si limita a considerare la riapetura  un orgoglio per Bagheria e per la Sicilia.

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