Si preparano proteste e si vive il rischio di blocco dei porti italiani in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass anti contagio Covid19 per i lavoratori che scatterà fra ormai circa 36 ore. Dalla mezzanotte del 15 ottobre, infatti, chi non ha il green pass non potrà più neanche recarsi al lavoro.

Venerdì 15 ottobre, infatti, è il giorno dell’obbligo del green pass per accedere nei luoghi di lavoro, sia pubblici che privati.

Blocco dei porti

Parte da Trieste la protesta spontanea nei porti ma nell’elenco dei blocchi che scatteranno alle 5 del mattino del 15 ottobre ci sono anche quattro approdi siciliani ovvero  PalermoCataniaMessina e Trapani proprio a partire dalle 5 del mattino.  Si tratta di proteste spontanee organizzate da un comitato sorto in queste ore che non ha nulla a che veder con le organizzazioni sindacali. I sindacati, da parte loro, non prevedono alcuna protesta. Secondo le organizzazioni dei lavoratori i presunti blocchi rischiano di fare la stessa fine dell’annunciata protesta degli autotrasportatori che poi non si è concretizzata restando solo a livello di annuncio se non per qualche sporadico evento locale subito rientrato.

Avvocati contro i green pass

Ma non bastano i portuali. “Revoca del Green pass per tutti i lavoratori e le lavoratrici senza alcuna distinzione” chiedono gli avvocati riuniti nell’associazione Nal, noi avvocati per la libertà, che ha una sezione siciliana, a sostegno della protesta dei portuali a Trieste contrari al Green pass.

“La dignità e il diritto al lavoro non hanno prezzo e non possono essere facilmente comprati, dal Ministro degli Interni, con un contentino” spiegano gli avvocati del Nal, per cui l’iniziativa a Trieste “non può che essere lodata e guardata con profonda stima e ammirazione”.

Ma i controlli vengono fatti?

Ma a prescindere dalle proteste a BlogSicilia arrivano da settimane segnalazioni sui controlli la dove il green pass è già obbligatorio. A prescindere dai locali dove spesso piovono sanzioni, difficoltà si registrerebbero anche negli aeroporti

Aeroporti senza app per leggere i QR code

In particolare i viaggiatori raccontano che negli aeroporti italiani non tutti gli addetti ai controlli sono dotati delle app necessarie a leggere i QR code del green pass. Il certificati verde viene spesso richiesto in forma cartacea proprio per l’impossibilità di leggere il codice ma si presentano mille problemi.

Proteste da parte di chi dispone solo della versione elettronica sul telefono e non si è dotato della cartacea. Difficoltà da parte degli operatori a verificare l’attendibilità del cartaceo quando la versione stampata è solo un QR code senza.

Insomma l’ennesima storia in salsa italiana dove esistono gli obblighi e si generano le proteste ma non si organizzano i controlli o non si mettono i controlli in condizione di operare correttamente

Articoli correlati