La Polizia di Stato e la Polizia Locale del Comune di Catania hanno svolto, ancora una volta, un servizio di controllo congiunto finalizzato a contrastare la circolazione di velocipedi a pedalata assistita trasformati in veri e propri ciclomotori e, quindi, da ritenere assoggettati al rispetto delle norme del Codice della Strada.
Oltre a reprimere questa condotta illecita, l’intervento dei poliziotti della Questura di Catania e degli agenti della Polizia Locale mira anche a garantire la sicurezza e l’incolumità di cittadini e turisti che affollano le strade e le piazze della città.
Non a caso, come avvenuto appena pochi giorni fa, l’attività di controllo coordinata dai poliziotti delle motovolanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico si è sviluppata all’interno delle aree pedonali del centro storico, a ridosso di siti di interesse storico, artistico e culturale.
In piazza Università, sono stati fermati e controllati diversi conducenti di velocipedi a pedalata assistita che, in cinque casi, sono risultati modificati in modo da aumentarne la potenza. Per l’alterazione delle loro caratteristiche tecniche, sono stati sequestrati ai fini della confisca cinque mezzi e i rispettivi proprietari sono stati tutti sanzionati per guida senza l’utilizzo del casco protettivo, senza l’assicurazione obbligatoria e senza patente.
Le modifiche effettuate su tali mezzi a due ruote consentono loro di raggiungere la velocità di 50 km/h benché non siano dotati di un adeguato sistema di frenata con conseguenti rischi per l’incolumità non solo dei conducenti, ma anche degli altri utenti della strada.
I controlli proseguiranno nei prossimi giorni in altre zone della città.
I controlli richiesti a Palermo da parte della Consulta della bicicletta
“Alla luce dei recenti fatti di cronaca e non avendo ricevuto alcun riscontro alla nota n. 14 del 4 aprile c.a. relativa alle richieste di provvedimenti urgenti per contrastare il fenomeno della circolazione illegale degli “scooter elettrici”, la Consulta della Bicicletta ritiene opportuno ritornare sull’argomento.
In questi mesi il fenomeno degli scooter elettrici spacciati per biciclette non appare essere stato opportunamente affrontato né tantomeno arginato. Si ritiene che quanto sopra costituisca un fatto molto grave in quanto, in base a quanto più volte riportato dai mass media, in tal modo si determina un clima di impunità certamente collegato al compimento di altri illeciti.
Diversamente da quanto avviene nella nostra città, gli organi di stampa comunicano che in alcuni Comuni della provincia di Palermo (come Monreale e Termini Imerese) si sta affrontando la problematica attraverso l’intensificazione dei controlli e il sequestro di tali mezzi.
La Consulta della Bicicletta rinnova, pertanto, quanto a suo tempo proposto, auspicando appositi interventi di controllo, sequestro e confisca insieme ad interventi di prevenzione ed educazione”.
Lo dichiarano i componenti della Consulta della Bicicletta.
Il presidente prima circoscrizione, si a controlli
“Ho appreso con interesse dal comunicato stampa della Consulta della Bicicletta riguardo le iniziative intraprese per contrastare il fenomeno della circolazione illegale degli scooter elettrici. Desidero esprimere il mio pieno supporto a questa importante causa e contribuire attivamente, in quanto ritengo sia fondamentale garantire la sicurezza stradale e il rispetto delle normative vigenti per tutti gli utenti.
Sono convinto che sia necessario adottare misure efficaci per arginare questo problema, che non solo mette a rischio l’incolumità dei pedoni e dei ciclisti, ma mina anche la percezione di ordine e legalità nel nostro tessuto urbano.
Ho espresso il desiderio come Presidente di Circoscrizione di poter collaborare con la Consulta della Bicicletta e le autorità competenti per individuare e implementare soluzioni concrete, come campagne di sensibilizzazione nelle scuole e richiedere controlli più rigorosi al fine di ripristinare un ambiente stradale più sicuro e armonioso per tutti».
Lo dichiara il presidente della Prima Circoscrizione, Giovanni Bronte.




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