La resa dei conti in casa partito democratico sale di livello con l’avvio delle assemblee pre congressuali e adesso non è più soltanto muro contro muro a livello politico fra correnti e singoli ma l’accusa rivolta alla segreteria uscente è di brogli nella raccolta dei voti in occasione dell’assemblea dello scorso 27 gennaio in preparazione delle regole congressuali. Una accusa pesante alla quale Barbagallo risponde con ulteriore forza.
Barbagallo, accuse irricevibili
“Non voglio alimentare ulteriori polemiche, ma sono irricevibili le accuse di brogli. Nessun defunto ha votato all’assemblea del 27 gennaio. Siamo un partito, abbiamo regole chiare e ci sono organi di garanzia a cui rivolgersi. Ma le accuse infamanti fanno male al partito e a chi crede nel Pd”. Così il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, sulle accuse di presunti brogli delle procedure elettorali nell’assemblea regionale del Pd siciliano del 27 gennaio scorso.
Tra i diritti degli iscritti c’è – aggiunge – sicuramente quello di proporre legittimamente ricorso agli organismi di garanzia, preposti al controllo e alla tutela di tutte le procedure, che potranno appurare i fatti, certamente confermando che non hanno votato persone defunte. Se ricorsi e contestazioni ci saranno, si verificherà la regolarità del percorso nelle sedi opportune”.
Tutti hanno il diritto di chiedere piena trasparenza, – prosegue Barbagallo – ma se si utilizza l’equivoco dell’omonimia, come già fatto nel caso del malcapitato maestro d’orchestra confuso con un componente della provincia di Trapani o si strumentalizza un compagno storico come Gaetano Merlo, si continua soltanto a generare fango e a fare male al partito. Infine, ricordo che – conclude – il numero dei votanti è stato certificato attraverso il riscontro anagrafico degli aventi diritto al voto”.
Venezia ribadisce l’accusa e rincara la dose
“Barbagallo con il suo tentativo goffo di nascondere i brogli perpetrati in occasione dell’assemblea del 27 gennaio scorso, oltre a delegittimarsi da solo mostra di non avere alcun rispetto per migliaia di militanti e tesserati che in queste ore chiedono solo trasparenza. Anziché arrampicarsi sugli specchi, perché non pubblica l’elenco dei nomi di chi ha votato on-line il regolamento congressuale? Lo faccia, altrimenti si ritiri immediatamente dalla competizione ed eviti di creare imbarazzo ai suoi stessi sostenitori”.
“Barbagallo dimentica che già Angelo Capodicasa, Nino Tilotta, Giuseppe Messineo e altri hanno dichiarato sulla stampa con grande onestà intellettuale di aver votato in quell’occasione pur non facendo parte dell’assemblea, mentre il compagno Longo pur risultando tra i votanti ha dichiarato di non essersi mai collegato poiché da alcuni anni non rinnova la tessera del partito. Inoltre – prosegue Venezia – non risulta nessun componente dell’assemblea regionale di nome ‘Merlo’, come dichiarato falsamente da Barbagallo nel tentativo di giustificare l’omonimo profilo falso. Per non parlare dei 52 profili falsi o non identificati fra i quali spiccano, oltre all’ormai famoso ‘Gatto Nero’, anche ‘CT’, ‘DOOGEE T1OPro’, ‘iPhone’, ‘iPhone di EV’, ‘Utente zoom’, ‘Xiaomi 23108RN0’ e ‘Euracus’. E resta sempre aperta la questione del defunto”.
“Barbagallo pubblichi elenco di chi ha votato regolamento, oppure si ritiri”
“Se tutto fosse lineare come dice Barbagallo – conclude Venezia – molti si chiedono in queste ore perché non pubblichi il famoso elenco. Ma la risposta appare altrettanto ovvia e, come tutti sanno, non vedremo mai pubblicato niente. Prendiamo atto che senza trasparenza non ci può essere democrazia e chiediamo al partito nazionale di intervenire urgentemente, perché a questo punto oltre a quella regolamentare si sta aprendo anche una questione morale nel Partito Democratico siciliano”.
Iacono: “Inaccettabile la doppia morale. Accuse di brogli infondate”
Da Agrigento arriva un sostegno al segretario uscente: “In questi giorni di ulteriore imbarbarimento del dibattito politico all’interno del partito, ribadisco convintamente il mio pieno sostegno ad Anthony Barbagallo come Segretario regionale del Partito Democratico e respingo con sdegno ogni accusa infondata di brogli che, in realtà, rappresenta un tentativo grave e irresponsabile di delegittimare il voto democratico e infangare la credibilità del nostro partito, in cui intravedo un attacco, soprattutto, alla linea politica della nostra segretaria nazionale Elly Schlein” dice in una nota la deputata del Partito Democratico Giovana Iacono.
“È inaccettabile – continua – che si tenti di delegittimare il risultato regionale mentre si riconosce come pienamente valido, corretto e legittimo il percorso congressuale provinciale, sebbene entrambi abbiano seguito le medesime regole, le stesse procedure e siano stati garantiti dagli stessi organismi di partito. Una doppia morale di questo tipo mina la credibilità dell’intero percorso democratico e rischia di lacerare il partito, proprio quando servirebbe invece coesione e visione. Chi crede davvero nel cambiamento – prosegue – sa che non può esserci rinnovamento senza coerenza. E non può esserci futuro per il Pd senza rispetto delle regole comuni. Il mio impegno va in questa direzione: costruire un Partito democratico più giusto, più aperto e più credibile, ad Agrigento come in tutta la Sicilia”.
E proprio nella sua provincia Iacono rilancia la candidatura di Giacomo Vivacqua quale segretario provinciale Dem.
“Il Partito democratico anche ad Agrigento ha bisogno oggi più che mai di una rigenerazione profonda, che parta dalle pratiche politiche, dal linguaggio, dalla capacità di coinvolgere le energie migliori del territorio. Per questo annuncio convintamente il mio sostegno alla mozione e alla candidatura di Giacomo Vivacqua – dice Iacono -. Giacomo rappresenta una generazione che vuole superare logiche cristallizzate e che non si rassegna all’idea che il nostro partito debba restare intrappolato in dinamiche autoreferenziali, chiuse e lontane dalla società reale. La sua proposta è chiara: aprire il Pd, renderlo un laboratorio politico di idee e di azione concreta per i cittadini, soprattutto i più giovani e i più fragili”.






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