Tornano a lavorare in ufficio i dipendenti regionali ma solo a metà. Il 50%, infatti, rientra nei propri uffici con l’inizio della settimana dopo quasi 4 mesi di smart working. Una esperienza dettata dall’emergenza che è stata, però, un salto in avanti verso tecniche di lavoro a distanza che difficilmente si sarebbe adottate in una situazione normale.

E’ stata una esperienza in chiaroscuro. Tante falle ma anche qualche ‘apertura’ alla novità. Così’ la Regione comincia a pensare ad un piano articolato per il lavoro a distanza. Nelle idee dell’assessore Bernadette Grasso si potrebbe iniziare con il far lavorare da casa circa un quinto del personale, quello che in nessun caso ha mansioni di front office o comunque di relazione diretta con il pubblico. la sfida è quella di cambiare il sistema. Non più ‘ore di lavoro in ufficio’ma obiettivi precisi di produzione. Un sistema nel quale non importa quando lo fai ma nell’arco della settimana devi consegnare il lavoro assegnato. Naturalmente è una semplificazione. Il sistema va studiato, tarato, messo a punto. Può diventare produttivo.

Intanto, però,  dopo il primo step di rientri in alcuni dipartimenti avvenuto venerdì come ‘test’ restano perplessità e preoccupazioni dei sindacati sulla sicurezza. “Il lavoro agile è una opportunità da cogliere per migliorarci” dice la Fp Cgil Sicilia in seguito al cambio di direzione eseguito dall’amministrazione regionale in tema di smart working dei dipendenti regionali.

La Cgil, nei giorni scorsi, ha indirizzato al Governatore Musumeci una lettera aperta. Nelle scorse settimane lo stesso Governatore, sottolinea il sindacato, aveva rivendicato, come la Sicilia fosse la Regione che aveva, anche in misura superiore a tutte le altre, applicato lo smart working.

Per il rientro del personale servirebbe predisporre in tutte le sedi l’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi e l’adeguamento dei luoghi di lavoro. Documenti e attività che non sarebbero pronti.  “In questi mesi di fermo – dice la Cgil -, i vertici istituzionali della Regione, sui quali ricadono precise responsabilità in materia, hanno fatto poco o nulla per preparare in sicurezza il rientro negli uffici”.

Il sindacato propone di andare avanti sulla strada intrapresa con la stipula di protocolli di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in tutti i dipartimenti. Una sfida che da domani sarà importante perché il distanziamento sociale negli uffici regionali non è cosa semplice