“Mentre eravamo alla commemorazione di Paolo Borsellino, è arrivata la notizia che il “nuovo Pd” commissariava il Pd siciliano, per presunti vizi di forma. L’Italia brucia per colpa di Salvini e Di Maio, il nuovo Pd si occupa di statuto e di regolare i conti con “quelli di prima”.

Rompe il silenzio con un post su Facebook Davide Faraone da ieri sera ‘silurato‘ per decisione della Commissione nazionale mdi garanzia del partito. Rompe il silenzio e attacca chiaramente una scelta che considera, lui per primo, prettamente politica, una resa dei conti “In punta di diritto è una follia: la Commissione di Garanzia aveva già giudicato ricorsi sul congresso regionale. Con questa decisione il nuovo Pd cancella il principio giuridico del “Ne bis in idem” e per la prima volta le correnti si prendono anche le istituzioni di Garanzia. Hanno perso politicamente, la buttano sui ricorsi: avranno tutte le carte bollate che meritano”.

“Politicamente non posso pensare che l’obiettivo sia cancellare chi come me e come noi ha condiviso gli anni dei nostri Governi dal partito. Fosse così sarebbe suicida prima che miope. Evidentemente al “nuovo Pd” danno fastidio le battaglie che io ho fatto, ultima delle quali la marcia tra Ragusa e Catania per attaccare il Governo nazionale. O la richiesta della mozione di sfiducia a Salvini contro il quale ho schierato il Pd siciliano a testa alta: io li ho sentiti con le mie orecchie gli insulti dei leghisti a Lampedusa, ci ho messo la faccia mentre altri stavano tranquilli nei loro palazzi romani. Se non lo sfiduciamo oggi, quando lo sfiduciamo un ministro del genere?”

“Ma il nuovo Pd non ha voglia di sfiduciare Salvini, avendo come priorità quella di sfiduciare Davide Faraone. Se non fosse una cosa seria, mi metterei a ridere – continua – Annullare il congresso significa annullare la democrazia. Farlo violando le regole è incredibile. Farlo in un giorno speciale per la Sicilia mentre noi siamo a commemorare Paolo Borsellino dimostra una insensibilità politica che spaventa”.

“Un partito che si chiama democratico non può cancellare la democrazia perché è cambiata la maggioranza: quello lasciamolo fare a Salvini o Casaleggio. Noi siamo diversi. Eravamo diversi”.

Poi la bordata più forte di tutte “Sospendo la mia iscrizione a questo Partito. Rimango iscritto al gruppo parlamentare del Pd, continuerò la battaglia per la mia gente e contro questo governo e contro ogni inciucio coi Cinque Stelle. Se mi hanno commissariato perché faccio troppa opposizione al Governo, si sappia che da domani ne farò ancora di più. E che forse il nuovo Pd dovrebbe occuparsi di fare opposizione a chi sostiene il Governo di Di Maio e Salvini, non a chi ha sostenuto i governi del Pd. Io appartengo al partito democratico. Se questo partito non è più democratico e cancella i risultati dei congressi, sospendo la mia iscrizione al Pd. Ma lavoro ancora più forte contro questo Governo che fa male all’Italia. E che fa tanto male alla Sicilia ed al Mezzogiorno”.

E contro la scelta oggi era sceso inc ampo anche l’ex segretario, il predecessore di Faraone, Fausto Raciti, animato anche dalla voglia di evitare strumentalizzazioni dato che proprio lui è fra le persone ascoltate dalla commissione di garanzia e citate quali fonti delle notizie che avrebbero permesso la decisione.

“La scelta di annullare l’elezione di Davide Faraone, che era anche l’unico candidato alla segreteria, si commenta da sola. Vista l’anomalia di un unico grado di giudizio, l’unico posto in cui può essere contestata è un tribunale. Ma è significativo che ogni tentativo di mediazione, per rimediare a una mancanza di rappresentanza di una parte del Pd sia stato respinto” dice Fausto Raciti, fra l’altro già presidente della commissione regionale per il congresso.

“Sul piano politico – continua il deputato – non mi stupisce che fiocchino già le candidature a rimboccarsi le maniche per ricostruire il Pd da parte degli stessi protagonisti degli ultimi trent’anni, questa era l’occasione che aspettavano e la ragione per cui secondo alcuni non si doveva celebrare il congresso regionale o comunque bisognava invalidarlo. Mi stupisce molto di più che si fingano preoccupati per la credibilità del Partito democratico senza avere ritenuto di dire una parola sul fatto che l’on. Giuseppe Lupo continui a esercitare il ruolo di capogruppo in Regione nonostante le abbondanti ragioni politiche che avrebbero dovuto indurre almeno una riflessione sull’opportunità di uno spontaneo passo indietro”.

“Per quanto mi riguarda – conclude Raciti – farò di tutto per impedire che i soliti ritornino ad attovagliarsi al classico tavolino politico siciliano urlando che tutto deve cambiare ma adoperandosi perché a cambiare siano sempre e solo gli altri perché loro, a quanto pare, prima non c’erano mai”.

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