Nuova tappa del viaggio di BlogSicilia fra i candidati alle europee di domenica prossima. Stavolta risponde alle 4 domande che il nostro giornale sta ponendo a tutti quelli che abbiano voglia di presentarsi all’elettorato in maniera fattiva e concreta Angelo Attaguile, candidato della Lega, uno dei primi se non il primo a far sbarcare il Carroccio in Sicilia attraverso la formazione ‘Noi con Salvini’

Se eletto quali sono le azioni concrete che intende portare avanti in sede Europea per lo sviluppo del lavoro in Sicilia?

La questione lavoro non riguarda solo la Sicilia, ma tutta l’Italia. Il nostro Paese deve uscire dalla stagnazione economica che la vede fanalino di coda in Europa grazie ai governi di sinistra complici dei diktat di una UE germanocentrica. In appena un anno di governo la Lega ha dimostrato che il primo traguardo deve essere quello del ribaltamento del rapporto tra cittadini e fisco, con la prima applicazione di flat-tax in favore delle piccole partite Iva con il 15% fisso di tassazione e la semplificazione. La Lega intende raggiungere il risultato dell’abbattimento della pressione fiscale che in Italia è tra le più alte nel mondo. Se un’impresa pagherà al fisco il 15%, si espanderà enormemente, aumenterà di parecchio l’occupazione e quindi cresceranno i consumi, facendo fiorire i commerci. Solo così l’Italia, e quindi anche la Sicilia, comincerà finalmente un veloce percorso di crescita, riconquistando gli spazi che le spettano. La Lega sarà molto determinata in questa direzione. Ripresa economica e rilancio vedono al centro il sistema dell’impresa, unica vera protagonista economica e dell’occupazione, quindi vogliamo liberare l’impresa dall’inaccettabile cappio fiscale e burocratico, applicando interventi che vediamo già in varie parti del mondo.

Parimenti quali azioni ritiene siano i fondamentali, nel concreto, per sostenere l’agricoltura superando le oggettive difficoltà dovute all’enorme mole di truffe nel settore e intervenendo per arginare le infiltrazioni mafiose?

Sull’agricoltura la mia ricetta, che è quella della Lega, è semplice: difesa delle nostre produzioni dall’invasione straniera. Occorre tutelare con forza il made in Sicily e più in generale il made in Italy. Quanto alle triffe, sono necessarie regole chiare e più controlli, anche incrociando i dati.

E’ di fondamentale importanza un approccio strategico integrato nella lotta alle frodi comunitarie. Questo consentirebbe di utilizzare al meglio il patrimonio informativo e operativo sviluppato in settori diversi, a cominciare dall’antifrode fiscale, e consentirebbe di individuare meglio gli illeciti. E’ poi necessaria una collaborazione amministrativa internazionale tra gli stai membri.

Ritiene che l’attuale politica di convergenza sia stata adeguata? Come intende operare per il mantenimento dei livelli di contribuzione europea e per l’infrastrutturazione dell’isola, la continuità territoriale, il riconoscimento delle condizioni di svantaggio oltre l’obiettivo convergenza e in particolare con riferimento all’insularità? o ritiene siano altre le strade da perseguire?

Sotto questo profilo occorre migliorare la capacità di sfruttare al massimo le risorse messe a disposizione dall’Ue. Perdere finanziamenti per mancanza di progettualità, ad esempio, non può e non deve accadere. Con un uso corretto dei fondi e con progetti utili al territorio, avremmo ad esempio già potuto realizzare quelle infrastrutture necessarie per rendere la Sicilia più appetibile per gli investimenti e più attrattiva dal punto di vista turistico. Si pensi alla rete stradale. Cosa significherebbe per la nostra terra avere collegamenti veloci nella zona sud occidentale. Se eletto proporrò la creazione di zone franche sia in Sicilia che in Sardegna. Anche questo potrebbe rappresentare un modo per superare uno svantaggio territoriale.

In sintesi serve più Europa o meno europa per superare la conflittualità fra paese Ue? Troppe differenze frenano lo sviluppo o sono i nazionalismi a frenarlo? In concreto come si esce da questo dualismo che i cittadini non capiscono e come si fa capire loro cosa è veramente l’Europa e a cosa ci serve?

Bisogna rivedere la questione del Patto di stabilità e crescita sottoscritto ad Amsterdam nel 1997. Gli Stati membri, pur essendo l’Italia il terzo paese fondatore della UE, non sono allineati a condizioni di uguale crescita e sviluppo, come d’altronde è sempre stato sotto il profilo geopolitico. Quindi l’applicazione di regole di bilancio uguali per tutti, cioè tra nazioni molto diverse tra loro sotto il profilo socio economico, si è tradotta in una discriminazione sociale tra i popoli. Ciascuno Stato membro deve poter governare la propria realtà sociale in relazione alle proprie risorse, alle effettive potenzialità di crescita e ai livelli di povertà. Il Fiscal compact, il Fondo salva-Stati sono diventati una trappola per l’Italia, che dà alla UE molto più di quanto riceve. Con una Commissione Europea che di fatto governa il sistema superando il Parlamento Europeo, cosa del tutto anomala e antidemocratica. Vogliamo un assetto politico diverso, ribaltando i rapporti tra il Parlamento eletto dai popoli e la forma di governo, in termini di orientamento obbligatorio e di controllo. Dobbiamo superare le logiche delle lobby formate dalle grandi famiglie bancarie che condizionano la politica europea a danno dei cittadini.

Autonomismo siciliano ed Europa. Quale sarà, se eletto, il suo impegno da europarlamentare?

Mi piace ricordare che sono entrato in Parlamento nel 2013 ospitato nelle liste di Forza Italia come Autonomista siciliano e mi sono iscritto subito al gruppo parlamentare di una Lega Nord che era in grande crisi (aveva preso poco più del 4%), chiedendo e ottenendo di aggiungere “Autonomie” alla denominazione del gruppo. Ritengo che il contributo mio e dei miei amici sia stato determinante nella grande trasformazione voluta da Salvini il quale, ha prima dato vita a “Noi con Salvini” come piattaforma di movimento meridionalista, scelta che gli ha consentito poi di togliere la parola “Nord” e trasformare la Lega in un partito nazionale con al centro i territori e le loro autonomie.

Mi piace ricordare come tutto ciò ha visto la luce a Caltagirone quando, su mio suggerimento, Giancarlo Giorgetti è venuto a presentare il romanzo del mio amico Turi Grillo “Delitto Sicilia”, un romanzo fortemente sicilianista. Quel giorno era presente anche Matteo Salvini che dichiarò: “Questo meridionalismo mi piace perché lotta con noi della Lega contro gli errori dello Stato centrale”. Grillo adesso è tra i fondatori di “Siciliani verso la Costituente” ed io ho sottoscritto il programma preparato da questo movimento che ha per titolo “Quello che i Siciliani chiedono all’Europa” quindi certamente la mia azione, se eletto, sarà in continuo contatto con loro e mi auguro che il futuro ci riservi altri momenti di unità.

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