Da un lato c’è la necessità di allargare il campo per cercare di vincere le elezioni in Sicilia, dall’altro la volontà di puntellare spazi e territori. E’ una condizione particolare quella si vive in Forza Italia dove per primo Silvio Berlusconi ipotizza, anzi sogna, ‘un centrodestra coerente ed inclusivo’, ma in cui permangono sacche di resistenza ad un ritorno degli alfaniani nella coalizione.
Ad issare le barricate sono stati diversi esponenti del partito fra cui Daniela Santanchè, ma gli uomini più vicini al Cav lavorano ad un processo di pacificazione nel tentativo di strappare Alfano ai corteggiamenti del centrosinistra.
“Essere inclusivi verso le forze che si riconoscono nel centrodestra è un dovere – dice dalle colonne de Il Giornale, il capogruppo dei senatori di Fi, Paolo Romani -. Il quadro d’altra parte si sta chiarendo. Chi immaginava di sostituirsi a Berlusconi deve prendere atto che è lui il riferimento dei moderati e liberali”.
Secondo l’ex ministro fra gli alfaniani ci sono posizioni molto diverse: “Se si guardano le parole di Castiglione, di Lupi o della Lorenzin c’è chi ritiene che Ap abbia una collocazione naturale nel centrodestra e il governo sia stata solo una parentesi e chi tifa per una alleanza strategica con il Pd”.
Romani riconosce che il voto di novembre in Sicilia è un’occasione importante “se non facessimo tutti gli sforzi per vincere commetteremmo un grande errore”, dice ammettendo anche di essere “in ritardo ma tutto è ancora aperto. Apriamo la discussione sulla coalizione e poi decidiamo insieme chi candidare. Gli irrigidimenti su questo o quel nome non portano da nessuna parte”.
Per Romani Alfano ha due strade: “Fare un accordo per la Sicilia e dimostrare con i voti di poter essere determinante. Oppure chiedere subito un’intesa che preveda il ritorno nel centrodestra alle Politiche, ma questa soluzione è più complicata. L’obiettivo deve essere la vittoria, ma meglio non abusare degli strumenti della vecchia politica”
Infine l’ex ministro invoca l’aiuto di Ignazio La Russa che, secondo lui, è “sembrato più disponibile a ricercare un metodo condiviso”. Proprio Fratelli d’Italia, attraverso la leader Giorgia Meloni, ha posto dei veti all’accordo con Alfano pur lasciando la facoltà a Nello Musumeci di ipotizzare delle liste civiche a sostegno della candidatura sul modello adottato in Liguria.
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