Alla fine arrivò l’assestamento di bilancio. Ieri sera, finalmente, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato la norma che permette di distribuire 220 milioni di euro per la chiusura dei conti 2016, di stipulare un mutuo da 65 milioni che salva dal default i comuni per quest’anno, di tornare a dar vita ad una sorta di mini tabella H con contributi diretti ad enti e associazioni.

Ma chiuso al 1 dicembre l’assestamento, ora tocca alla Legge di stabilità, quella che da anni si chiama la finanziaria e che accompagna il bilancio di previsione 2017. Maggiori risorse grazie all’accordo con lo Stato, dice il governo, ma di fatto i tempi sembrano essere, anche questa volta, quelli biblici ai quali ci ha abituato il governo Crocetta  portando allungando perfino quelli del precedente governo.

Per una legge di stabilità che deve ancora approdare agli uffici dell’Ars i tempi sembrano essere segnati e l’approvazione entro il 31 dicembre appare impossibile, o quasi. La legge deve essere ‘liberata’ dal governo, arrivare in commissione per la trattazione, ottenere i pareri di merito sui singoli articoli da tutte le commissioni, poi essere approvata dalla commissione bilancio per le coperture economiche finanziarie e quindi, finalmente, approdare a Sala d’Ercole dove può essere emendata di nuovo e andare in discussione.

Il ricorso all’esercizio provvisorio almeno fino a febbraio anche per l’ultima finanziaria di questa legislatura sembra inevitabile ma stavolta con un guai ‘sociale’ in più: i contratti dei precari.

In passato i precari hanno visto rinnovare i propri contratti di mese in mese in base all’esercizio provvisorio per poi attendere la proroga di uno o due anni con il bilancio (diciamo così semplificando le lunghe e farraginose procedure, le proteste e così via). Questa volta la proroga non è possibile.

Cosa accadrà dei quasi 30 mila precari in varie forme occupati dalla Regione?Difficile dirlo. C’è chi sostiene che una forma di proroga si troverà lo stesso applicando disposizioni transitorie nazionali o regionali, o grazie al solito giochetto dell’esercizio provvisorio, chi, invece, sostiene che patiranno un paio di mesi di disagio ma poi saranno finalmente stabilizzati.

Ma la voce che serpeggia fra i fantasiosi corridoi di Palazzo dei Normanni è un’altra e parla di una precisa strategia per non rinnovare i contratti affatto e presentarsi a fine febbraio, inizio marzo, con un bacino quantomeno dimezzato stabilizzando solo una parte di essi.

Un progetto che, ne siamo sicuri, non può andare in porto perchè la tensione sociale andrebbe alle stelle anche se ci sarebbe chi accarezza l’idea di scaricare la colpa sul governo Crocetta e poi andare avanti senza questa palla al piede economicamente ormai insostenibile.

Le soluzioni giuridiche, i tempi per l’approvazione della legge e l’esercizio provvisorio li scopriremo e racconteremo nei prossimo giorni ma intanto oggi è il 2 dicembre, ultimo giorno di campagna referendaria e chiusa questa parentesi la politica potrebbe scatenarsi di nuovo dalla prossima settimana a cominciare dai governi e dai loro equilibri tanto a Roma quanto a Palermo