I giudici d’appello della Corte dei Conti presieduta da Giovanni Coppola Presidente, (consiglieri Anna Luisa Carra, Valter Del Rosario, Guido Petrigni relatore, Sergio Vaccarino Primo Referendario) hanno condannato ex assessori comunali, dirigenti e funzionari a risarcire il Comune di Palermo di circa 300 mila per i danni causati da una serie di progetti “per la tutela dei cittadini che visitano i mercati rionali”.

Era stata la procura della Repubblica a girare le carte a quella contabile per accertare le responsabilità. La somma più cospicua, circa 168 mila euro, la deve restituire l’ex assessore Franco Mineo che guidava la protezione civile comunale.

“L’intervento – scrivono i giudici contabili nella sentenza – è stato inquadrato come servizio di protezione civile e, come tale, gestito dall’Assessore al ramo. Però, come è noto, l’intervento della protezione civile si rende necessario solo in occasione del verificarsi di eventi calamitosi e/o di situazioni eccezionali che richiedono l’intervento di una struttura straordinaria per affrontare una situazione di emergenza e non può ritenersi tale lo svolgimento dei mercatini.

Tali profili “urlano” la non conformità dell’azione amministrativa alle puntuali prescrizioni che ne regolano lo svolgimento e costituiscono, come è noto, un sintomo della dannosità per l’erario delle condotte che all’adozione di quegli atti abbiano concorso, nonché uno dei presupposti per l’individuazione dell’elemento soggettivo della responsabilità erariale”.

Ridotte a 25 mila euro i rimborsi di due funzionari comunali Roberto Costantino e Marcella Campagna.

Infine, poco più di sei mila euro a testa è la condanna inflitta agli ex assessori Pietro Cannella, Mario Milone, Lorenzo Ceraulo, Maria Concetta Bonomolo, Pippo Enea, Gaspare Patti, Alberto Campagna, Tommaso Romano, Eugenio Randi, Sebastiano Bavetta e Geni Groppuso.

I progetti, sette in tutto, erano praticamente uguali in ogni loro aspetto. Cambiava solo il nome del quartiere di riferimento. Le associazioni Apice, Dinamike, Utile, Città Nova, Intesa, Tondomondo e Cammino ottennero il via libera con una delibera di giunta il 31 dicembre 2006. L’ultimo giorno dell’anno.

“Dagli accertamenti effettuati dalla Questura di Palermo su delega giudiziaria – continuano i giudici nella sentenza – emergeva che nessuna delle associazioni risultava iscritta negli Albi degli enti operanti nel settore della Protezione civile, né l’attività svolta dalle stesse poteva essere ricompresa tra quelle demandate alla protezione civile”.