“I figli non si scelgono, si accettano quelli che arrivano”: è così che Biagio Izzo saluta il pubblico palermitano che gli ha tributato grande successo per il debutto al Teatro Al Massimo di “Il Bello di Papà”, uno spettacolo di Vincenzo Salemme.  Izzo, tornato sul palco palermitano dopo sette anni, si congeda entusiasta dal pubblico pubblico prima della chiusura del sipario: “Grazie per essere venuti, siamo noi a dover ringraziare voi.”

Tante risate per una commedia divertente, ma con un sottotesto impegnativo, volto a dimostrare la bellezza di avere un figlio: “Chi conosce Vincenzo Salemme sa che al di là delle risate lancia sempre un messaggio – spiega Izzo -. Io ho scoperto in lui un grande regista sia teatrale che cinematografico. Le sue storie non sono mai banali o scontate, ma soprattutto sono vere: Antonio Mecca, il personaggio che interpreto, nella realtà non esiste, ma Vincenzo lo fa esistere in scena. Ogni singolo spostamento deve essere motivato – prosegue – e il pubblico di fronte alle sue scelte non può fare altro che dire che non ci sarebbe stata altra soluzione. E’ questa la sua grandezza.”

La storia è incentrata sulla vicenda di una coppia, in cui il protagonista maschile non vuole avere bambini, mentre ne desidera la sua compagna. La loro vita viene radicalmente trasformata dalla necessità di accogliere in casa il miglior amico di Antonio Mecca che, sotto effetto d’ipnosi, crede di essere un bambino di sette anni e che progressivamente, nel giro di un mese, cresce fino a diventare maggiorenne.

Scenografia di Alessandro Chiti, musiche di Antonio Boccia e costumi di Francesca Romano Scudiero. In scena, insieme ad Izzo, Mario Porfito, Domenico Aria, Adele Pandolfi, Yuliya Mayarchunk, Rosa Miranda, Arduino Speranza, Luana Pantaleo.

Una tematica delicata, estranea al protagonista, che da padre prende le distanze dal ruolo portato in scena e afferma l’importanza di assumersi le proprie responsabilità.

“Mi sono sempre dato da fare con i miei ragazzi. Questo è uno spettacolo il cui personaggio principale è l’eterno Peter Pan, che vive nel suo mondo e non vuole che venga stravolto – racconta l’attore -. Antonio Mecca è un uomo che si distacca dai bambini forse perché in realtà li ama troppo, a differenza della donna che ha un innato istinto di maternità. Io sono padre, ma anche separato. Ho quattro figli avuti da due legami diversi. Il mio mestiere spesso mi porta lontano da casa e non posso vivere il rapporto con loro nella quotidianità, ma col tempo sono riuscito a ricostruire una famiglia allargata. Questa per me è stata una grande vittoria.”

Lo spettacolo andrà in scena fino a domenica 18 dicembre.