Il buco nero delle società partecipate, ad oggi la Regione non conosce i conti delle sue Aziende

Gli enti regionali hanno i conti a posto? I bilanci sono sani? Pagano regolarmente il personale? Hanno applicato in passato i tetti salariali ai dirigenti? Quanto incidono le spese di funzionamento? E le consulenze? Lo stato patrimoniale?

La Regione non lo sa. A palazzo d’Orleans non ne hanno idea. E neppure alla Ragioneria generale, che dovrebbe avere il quadro economico-finanziario di tutti gli enti regionali. Una mancanza di informazioni inquietante, un buco nero dentro il quale finiscono milioni di euro di fondi pubblici. Il controllore non conosce i conti del controllato. Alla faccia della trasparenza, della buona amministrazione e delle norme anticorruzione.

Un pasticcio gigantesco, con la Regione che sembra impotente. E se ad alzare le mani è Alessandro Baccei, assessore all’Economia, il quadro è allarmante. Una bomba ad orologeria pronta a esplodere e a far saltare in aria definitivamente i conti della Regione? L’interrogativo appare legittimo, in assenza di risposte. Eppure la riforma dell’armonizzazione contabile contenuta nel decreto legislativo 118 del 2011, recepita in Sicilia, ha introdotto un maggiore rigore contabile offrendo alla Regione gli strumenti per aumentare il controllo sugli enti.

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Nonostante ciò la situazione è critica. “Ad oggi non si dispone dei documenti consuntivi degli enti per l’anno 2016”, ammette Baccei nel rendiconto della Regione per il 2016. Insomma, la Regione non conosce le condizioni finanziarie degli enti che controlla. Non conosce le spese, lo stato patrimoniale. Non sa se ci sono esposizioni, debiti. Una brutta gatta da pelare, che non sfuggirà certamente alla Corte dei conti in sede di parifica del rendiconto, anche alla luce delle continue osservazioni fatte proprio dai giudici contabili su enti e società controllate e partecipate dalla Regione.

Quella di Baccei appare quasi come una resa: l’assessore da’ contezza delle innumerevoli circolari emesse dalla Ragioneria generale con le quali gli enti sono stati sollecitati a mettersi in regola con le disposizioni in materia di contabilità. Ma la macchina arranca. Alcuni enti non hanno aggiornato i propri regolamenti interni non adeguandosi così all’armonizzazione contabile.

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E così sono assolutamente fuori legge. “L’applicazione delle nuove disposizioni dell’armonizzazione contabile – si legge nel rendiconto della Regione per il 2016 – hanno indotto maggiori controlli, sia interni sia esterni all’ente; per altro verso sono emerse maggiori criticità, per le quali sono stati resi numerosi pareri tecnico-contabili non favorevoli sui bilanci ed hanno contribuito ai ritardi nella predisposizione dei bilanci di previsione e nell’adeguamento dei regolamenti contabili interni”.

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