Dilaga la corruzione in Sicilia. Gli arresti dei quattro imprenditori di ieri e il coinvolgimento di decine di imprenditori nell’operazione della polizia di Stato “Cuci e scuci” rappresenta la punta di un iceberg molto più grande. Quella delle tangenti e degli scambi di favori, infatti, sembra essere una piaga difficilmente estirpabile, che danneggia l’economia di una regione già indebolita.

Del fatto che la corruzione, le infiltrazioni di apparati criminali e i condizionamenti rappresentino il cancro dell’economia sana e legale ne è convinta anche la CNA Costruzione Sicilia, l’aggregazione di interessi professionali e di settore per le imprese che operano nella complessiva filiera delle costruzioni edili.

L’unione degli edili siciliani ha espresso il proprio apprezzamento per l’inchiesta “Cuci e Scuci” che ha portato a Palermo agli arresti di imprenditori e funzionari. “Un plauso alla polizia e all’imprenditore, il quale, con le sue dichiarazioni, – affermano il presidente del comparto, Luca Calabrese, e il coordinatore regionale, Maurizio Merlino – ha spianato la strada all’operazione che ha fatto emergere, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, uno scenario in cui viene ipotizzato un giro di tangenti negli appalti per opere pubbliche. La polizia ha scoperto che le mazzette venivano utilizzate anche sulle ristrutturazione dei beni confiscati destinati ai carabinieri.

Da tempo il comparto degli imprenditori edili alza la voce per dare vita ad un cambio di logica nel settore delle opere pubbliche. “Noi da tempo – continuano – denunciamo la farraginosità e la discrezionalità eccessiva da parte dell’amministrazione pubblica, previste dal nuovo codice degli appalti, condizioni che favoriscono la permeabilità rispetto a dinamiche corruttive e certamente dannose per gli operatori onesti del settore”.

Intanto la Cna chiede alla politica una riforma strutturale. “In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quanto accaduto oggi serva per accelerare la definizione della riforma all’Ars, mettendo fine agli eccessivi ribassi che stanno provocando la chiusura di centinaia di imprese del comparto delle costruzioni. Facciamo appello inoltre al governo regionale – aggiungono Calabrese e Merlino – affinché si arrivi, in tempi brevi, al varo della legge sulla semplificazione amministrativa. Senza legalità, trasparenza ed efficienza – concludono – non potrà esserci sviluppo e rilancio del tessuto produttivo”.

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