L’autopsia avrebbe accertato che la donna trovata morta per strada è deceduta per un infarto. Anna Alexandra Hrynkiewicz è morta pochi minuti dopo essere uscita di casa al termine di una violenta lite con il compagno. Per infarto.

Questo ha accertato il medico legale dell’ospedale policlinico di Palermo che ha eseguito ’autopsia sulla donna polacca di 45 anni. Anna Alexandra sarebbe stata colta da un malore fatale mentre camminava in piena notte.

Per avere la certezza dell’infarto si dovrà attendere l’esito di ulteriori esami sui tessuti del cuore, ma gli indizi trovati durante l’autopsia portano tutti all’infarto.

Rimangono comunque poco chiari alcuni aspetti della morte della donna, a cominciare dalla profonda ferita alla testa che secondo il medico legale non è conseguenza della caduta sul marciapiede di via Luigi Settembrini nel quartiere Noce, ma di un colpo ricevuto con un oggetto non ancora identificato. Un colpo inferto quella stessa sera ma che non sarebbe la causa diretta della morte della donna.

Per individuare con quale oggetto sia stata colpita il medico legale ha disposto ulteriori esami sulla ferita.

La 45enne è stata trovata morta venerdì notte intorno alle ore 3 a pochi metri dall’abitazione in cui viveva con il compagno Carlo Di Liberto.

L’uomo, 43 anni incensurato, continua ad essere indagato per omicidio fino a quando non arriveranno gli esami specialistici sui tessuti del cuore che dovranno stabilire senza alcun margine di errore che si è trattato di infarto.

L’uomo infatti è stato indagato dopo aver ammesso davanti al dirigente della sezione omicidi della squadra mobile Luca Scittarelli di aver litigato venerdì sera con la compagna e di averla anche presa a schiaffi. Schiaffi che hanno lasciato alcuni lievi lividi sul volto della donna che non sono sfuggiti all’esame del corpo e che confermano quanto detto dal compagno.

Dopo questa prima ammissione Di Liberto non ha aggiunto altro e si è avvalso della facoltà di non rispondere alle altre domande degli investigatori coordinati dal sostituto procuratore Claudio Camilleri e dall’aggiunto Annamaria Picozzi. Gli inquirenti considerano l’iscrizione del compagno della vittima nel registro degli indagati un atto dovuto per permettergli di nominare un consulente di parte nell’autopsia.

Gli inquirenti attenderanno i risultati definitivi dell’autopsia e degli esami specialistici richiesti per valutare la posizione di Di Liberto, che in ogni caso dopo l’autopsia non è più il sospettato numero uno della morte della donna. Una delle ipotesi ancora in piedi è che l’uomo abbia colpito la donna alla testa procurandole la profonda ferita alla testa. Una ferita che in linea teorica potrebbe aver giocato un ruolo nell’infarto della donna.

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