Il bilancio della Regione siciliana dovrà essere sottoposto ad una “apposita manovra correttiva” aveva scritto nella relazione il giudice della Corte dei Conti per la Sicilia Francesco Albo, sul rendiconto generale per l’esercizio 2017 della Regione siciliana. Era stata questa la seconda tegola, in ordine di tempo, lasciata in eredità al governo Musumeci dopo lo stop ad una serie di provvedimenti e al ricorso a consulenti ed esterni legata alla mancata approvazione, da parte della precedente Assemblea, del bilancio consolidato.

Per mettere a posto i conti la Giunta Musumeci aveva messo in campo una manovra correttiva. Si tratta della  delibera di Giunta n. 362 del 03 ottobre con la quale era stato approvato il disegno di legge che ridisegnava il Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2017 e il Rendiconto consolidato in sostituzione del testo approvato con la precedente delibera della Giunta regionale n. 223 del 15 giugno 2018.

Ma anche la nuova stesura, nonostante già passata al vaglio della Commissione Bilancio potrebbe non essere sufficiente a rimettere i conti a posto in base alle analisi fatte anche a Roma sui conti della Sicilia dopo che la procura delle Corte aveva impugnato proprio a Roma il via libera alla parifica. Così la Corte dei Conti ha convocato per domani in udienza pubblica il Presidente della Regione Nello Musumeci, l’assessore all’economia Gaetano Armao, i dirigenti e i funzionari regionali addetti per approfondire le coperture.

Sono molte le critiche e i rilievi che la Corte dei conti aveva avanzato al bilancio della Regione in sede di parifica. Sono appunti riguardanti per lo più la gestione delle spese, “orientate alla gestione corrente”, e una “bassissima propensione agli investimenti”. Negli ultimi dieci anni proprio la spesa in conto capitale ha subito un “drastico ridimensionamento”.

Non era ritenuto chiaro il rapporto finanziario della Regione con le società partecipate. Alla Corte apparivano allarmanti alcune inadempienze. Lacunose poi le informazioni fornite che, secondo la relazione della procura, avevano compromesso la “veridicità e l’integralità delle risultanze contabili”. In flessione, infine, le entrate ordinarie mentre appariva trascurata la “gestione del patrimonio contabile”.

Alla fine la Corte aveva dichiarato regolare il bilancio regionale per il 2017 ma, a causa della criticità di alcune voci, aveva escluso dall’approvazione alcuni punti riguardanti i rischi, le passività e alcune entrate per importi consistenti. Un pronunciamento ben più contenuto rispetto alla richieste della Procura contabile. Ma la decisione costringeva la Regione a rivedere questa parte del bilancio e portarne una nuova versione all’approvazione dall’Assemblea regionale.

Una serie di interventi che il governo ha fatto con le norme di legge correttive costate anche tagli e riduzioni sul bilancio corrente.

La Corte dei conti, Sezioni riunite per la Regione siciliana in sede di controllo, adesso, nella pubblica udienza di domani martedì 20 novembre deciderà se i correttivi apportati sono sufficienti.

Un giudizio negativo o anche positivo con riserve potrebbe avere, inevitabilmente, conseguenze anche sul bilancio corrente 2018 e sul previsionale 2019 in discussione.

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