“Una mozione da parte del gruppo parlamentare M5S all’Assemblea Regionale Siciliana ed una risoluzione da parte della commissione attività produttive all’Ars che impegnano il governo regionale ad attivare tutti i canali istituzionali con quello centrale per includere nella “List of EU Geographical Indications” i prodotti DOP e IGP siciliani di fatto ad oggi esclusi dai negoziati con la Cina”.

Con due atti parlamentari la deputata M5S Angela Foti dà seguito a quanto sollevato a livello europeo dall’europarlamentare Ignazio Corrao in merito alla mancata presenza di prodotti DOP e IGP siciliani nella lista che il governo italiano ha consegnato alla Commissione Europea con i prodotti da tutelare negli accordi di libero scambio in corso di negoziazione tra l’Unione Europea e la Cina.

“Quanto scoperto da Corrao – spiega Angela Foti – è l’ennesima dimostrazione di quanto il governo nazionale tenga conto della Sicilia. Come sempre, la Sicilia ed il Mezzogiorno d’Italia fanno la figura della Cenerentola a causa di rappresentati istituzionali scarsi o peggio, legati a logiche diverse da quelle dell’interesse della comunità che dovrebbero rappresentare. Il ministero dell’Agricoltura, ha latitato a Bruxelles includendo in questa lista soltanto prodotti afferenti a grossi consorzi che di fatto hanno già la forza economica e di mercato per il posizionamento in Cina. Tra i 26 prodotti che l’Italia chiede di tutelare, non v’è traccia del nostro Pistacchio di Bronte, dell’Arancia Rossa di Sicilia, del Cappero di Pantelleria, del Pomodoro di Pachino, dell’Uva da tavola di Canicattì o Mazzarrone e ancora del Pane di Dittaino, della Pesca di Leonforte, della Ficodindia dell’Etna o ancora dei nostri oli Extravergine e straordinari Vini. A tal proposito – spiega Foti – sono i fatti a smentire i proclami politici della deputata europea del PD Michela Giuffrida che difendendo d’ufficio il suo partito, annuncia auspicabili tutele per cinque prodotti. Ebbene, nella lista ufficiale depositata agli atti, di questi prodotti non v’è traccia e i fatti, pesano molto più degli annunci, né più né meno. Non è eticamente corretto prendere in giro i produttori. Intanto – conclude Angela Foti – stiamo incalzando il governo regionale ad attivare ogni iniziativa utile di propria competenza, in sede di Intesa tra Stato Regione, affinché si giunga all’introduzione dei prodotti DOP e IGP siciliani per assicurare la sopravvivenza e tutelare la, già vessata, economia siciliana”.

Sulla vicenda interviene anche la senatrice di Alternativa popolare-Centristi per l’Europa, Simona Vicari che scrive: “Altro che tutela dei prodotti tipici del Mezzogiorno, l’Accordo Bilaterale tra Unione europea e Cina rischia di assestare un colpo pesante all’economia meridionale, che proprio sulla commercializzazione delle sue eccellenze enogastronomiche fonda una parte consistente della sua economia. Nell’elenco dei 100 prodotti che saranno tutelati da possibili contraffazioni nel mercato cinese 26 riguardano l’Italia, ma il Meridione è presente soltanto con la mozzarella di bufala. Davvero una magra consolazione, se non addirittura una beffa, viste le tantissime produzioni locali di cui si può fregiare il Sud e che in maniera netta, se non addirittura brutale, sono state escluse”.

“Rimarranno così senza alcuna tutela – continua Vicari – produzioni rinomate nel mondo, come l’olio d’oliva, a cui è stato preferito quello greco o austriaco, oppure le arance tarocco, o il Pistacchio di Bronte oppure infine le importanti produzioni vinicole come il Marsala o il Primitivo di Manduria. Tanti prodotti così non avranno alcuna protezione dalle contraffazioni, danneggiando i produttori e più in generale la nostra economia. E viene da chiedersi dove era il nostro Paese mentre veniva firmato questo accordo bilaterale, e quali siano stati i criteri seguiti nello stilare l’elenco dei 26 prodotti italiani da tutelare. Non sarebbe stato meglio dare spazio e protezione a prodotti che hanno una minore presenza nel mercato della grande distribuzione e perciò di fatto più deboli ed esposti alle contraffazioni? Mi auguro, perciò, che il governo italiano intervenga repentinamente, anche perchè se si firmano accordi che in maniera così palese penalizzano il nostro Paese ed alcune sue produzioni enogastromiche, a ben poco servono i fondi stanziati, le campagne di informazione e soprattutto le costose promozioni all’estero dei nostri prodotti”.

“La ‘scoperta’ dei deputati del Movimento 5 Stelle dimostra, ancora una volta, una sorprendente e imbarazzante impreparazione – attacca l’eurodeputato Michele Giuffrida -. Anche nel caso dei prodotti siciliani da inserire nell’accordo con la Cina evidenziano inadeguatezza al ruolo che ricoprono, non conoscendo ‘dettagli’ non da poco:la lista dei prodotti viene definita dalla Commissione europea in accordo con il Ministero per le Politiche Agricole e proprio le più importanti eccellenze siciliane sono già nella ulteriore lista che approderà ai negoziati”.

“L’elenco dei prodotti Igp pubblicato dall’Ue è solo una prima lista, riferita ai prodotti con il più grosso volume di esportazione, necessaria in questa fase di trattativa. Perché – ribadisce Giuffrida – nessun accordo è stato ancora raggiunto ne sottoscritto. Non solo. A fronte di quelle propagandate come ‘scoperte’ e che invece sono notizie pubblicate sulla Gazzetta ufficiale della UE, esiste già un secondo elenco di prodotti, di cui già la scorsa settimana ho dato personalmente notizia, che saranno inclusi tra quelli da tutelare. Sono la Doc vino Sicilia, il pomodorino di Pachino, l’arancia rossa di Sicilia, il cappero di Pantelleria, il vino di Marsala cioè proprio quelli che il Movimento 5 Stelle denuncia siano stati esclusi.  A Bruxelles, in costante e continuo contatto con il ministro per le politiche agricole Maurizio Martina, stiamo lavorando affinché altre eccellenze si aggiungano alla lista, a patto che effettivamente abbiano le potenzialità per esportare su un mercato importante come la Cina, e soprattutto perché le produzioni e le aziende siciliane siano tutelate attraverso la certificazione Aqsiq che in Cina rappresenta un importante elemento di fiducia per i consumatori. 

Sensibilizzare i produttori, informarli correttamente, metterli nelle condizioni di essere competitivi sui mercati internazionali – conclude Giuffrida – è il lavoro che svolgiamo quotidianamente ed è ciò che serve ai produttori siciliani che certo non si affidano ne si fidano di chi è capace di produrre solo falsi proclami”.