Il latte di capra e di pecora dovrà riportare la tracciabilità della filiera. All’unanimità è stata approvata una risoluzione, oggi in commissione Agricoltura alla Camera. L’iniziativa è stata portata avanti dal deputato Luciano Cadeddu del Movimento 5 Stelle.
“Un intervento fondamentale per ricostruire una filiera virtuosa – afferma Antonio Lombardo, deputato del MoVimento 5 Stelle in commissione Agricoltura – che valorizza il lavoro dei pastori ed elimini squilibri e forme di sfruttamento”.
Tracciabilità significa affrontare le principali criticità scaturite dalla protesta dei pastori. Fino ad oggi infatti non è possibile conoscere nel dettaglio quale sia la quantità di latte prodotto, quanto di questo venga trasformato, quanto latte viene esportato e quanto importato. “Le audizioni che abbiamo avuto in commissione Agricoltura – aggiunge il grillino – hanno confermato questo aspetto: ogni diverso attore della filiera audito ha fornito dati diversi sulle produzioni, spesso basati su stime non verificabili. Pertanto, l’istituzione di una banca dati della filiera del latte risulta indispensabile, in modo tale da monitorare il settore e scongiurare abusi e storture”.
L’onere di tracciabilità dei dati non è in capo agli allevatori, già gravati da tante incombenze burocratiche e tanti costi. Sarà il primo acquirente a dover registrare mensilmente il latte crudo acquistato dagli allevatori nazionali e quello proveniente dai paesi Europei o da Paesi terzi. Le aziende di trasformazione dovranno registrare i prodotti trasformati e le relative giacenze di magazzino. Allevatori, associazioni di categoria, chi dovrà vigilare, e tutte le figure accreditate nella banca dati del SIAN, il sistema informativo agricolo nazionale, potranno consultare e avranno a disposizione i dati aggiornati sulla filiera del latte, verificandoli e facendosi parte attiva, consapevole e informata su tutte le fasi dalla produzione alla trasformazione”.
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