Non passa al vaglio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) adottato nel 2019 dal Comune di Palermo. Il Ministero, con una nota del 10 aprile 2020, ha confermato le criticità sull’adeguatezza dei contenuti, oggetto di un ricorso al Tar presentato da numerosi cittadini. Lo rende noto Nadia Spallitta, esponente di Europa Verde.

In particolare, il Ministero ha ribadito la necessità che si adotti un piano metropolitano, mentre l’attuale PUMS limita le sue indagini al territorio cittadino, ed inoltre ritiene inadeguati i contenuti a tal punto da attribuire un punteggio agli elaborati del Comune inferiore alla soglia minima necessaria per accedere ai finanziamenti statali.
Lo Stato infatti ha messo a disposizione delle città metropolitane circa 200 milioni per sviluppare infrastrutture e mobilità sostenibile; finanziamenti che il nostro Comune rischia di perdere se non si apportino con immediatezza le modifiche richieste dallo stesso Ministero e che riguardano l’analisi dei flussi, mancando anche “un’appropriata descrizione dei livelli di saturazione”.

Rileva il Ministero che nell’analisi dell’interazione domanda-offerta non sono stati analizzati in maniera adeguata, tra le altre cose, “i livelli di servizio e flussi per rete stradale TPL (Trasporto Pubblico Locale) e l’indice di utilizzo della sosta”.

Il Comune ha intanto, con una delibera di Giunta del 14 maggio, un nuovo “PUMS” che, secondo Europa Verde, “mantiene tutte le criticità del precedente provvedimento. In primo luogo sembra non rispettare le procedure prescritte dal DM 397/2017 che prevede la costruzione partecipata del piano, la preliminare valutazione ambientale strategica (vas), la pubblicazione per 30 giorni del Pums adottato dalla Giunta per consentire eventuali osservazioni e l’adozione del piano che tenga conto delle osservazioni da parte del Consiglio Comunale.

“La violazione di queste disposizioni ha determinato – continua Nadia Spallitta – l’illegittimità e l’inadeguatezza del PUMS adottato nel 2019, inadeguatezza confermata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; si rischia oggi che anche il nuovo provvedimento sia illegittimo e carente. Da un primo esame, il nuovo PUMS (che l’amministrazione definisce anche integrazione del precedente) non sembra superare, infatti, le predette criticità, in quanto non è stato accompagnato da nessuna partecipazione, è tuttora sprovvisto di vas e non sembra prefigurare la successiva delibera di competenza del Consiglio”.

Europa Verde, considerando la valenza ambientale che questo strumento comporta e quindi l’importanza che le analisi e i risultati possono avere in termini di qualità dell’aria, salute e qualità della vita, ha annunciato di volersi riservare di presentare un ricorso per motivi aggiunti, “con lo scopo di dare un contributo affinché eventuali vizi dell’atto vengano tempestivamente sanati, garantendo un provvedimento idoneo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e acquisendo i finanziamenti statali già stanziati, che le scelte fino ad adesso inappropriate dell’amministrazione mettono a rischio”.

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