Politica siciliana mai in vacanza. Quella palermitana in particolare ed in vista delle amministrative del prossimo anno, nel Pd in primis, non manca di certo un dibattito a dir poco acceso. Ne abbiamo parlato con Francesco Verducci, coordinatore nazionale dell’Area Rifare l’Italia (giovani turchi) quella che fa capo a Matteo Orfini e al ministro della Giustizia Orlando.
Verducci, partiamo subito da Palermo. Dal Pd di Palermo. Quale lo stato di salute?
“Senza unità non si va da nessuna parte. Dovremo affrontare tra poco il passaggio delle amministrative, serve una grande forza progettuale e la volontà di fare del Pd uno strumento di partecipazione per tante energie che oggi non hanno voce e che invece sono indispensabili per costruire il futuro di una città straordinaria come Palermo. Eppure se guardo a come si muovono i vertici locali del Pd, vedo una volontà di chiusura molto preoccupante. Si alimentano le conflittualità interne anzichè sanarle. Chi guida il partito dovrebbe mettere in campo uno sforzo unitario, ma questo non avviene. Il Pd nazionale non può ignorare la situazione insostenibile di Palermo. Serve un intervento prima che sia troppo tardi”.
Il dibattito divampa sulle candidature a sindaco. I Dem troveranno la quadra?
Mi auguro di sì. Se si lavora unitariamente, ci sono tutte le condizioni. Se invece il PD esplodesse, salterebbe anche la coalizione e a quel punto sarebbe impossibile mettere in campo un progetto di governo credibile per la città.
Come giudicate il lavoro di Orlando in questi anni?
“È una città viva, ma ancora piena di contraddizioni. Ho grande ammirazione e rispetto per Palermo e i palermitani, e non essendolo non mi sento di andare oltre nel giudizio sull’operato dell’attuale sindaco. A Leoluca Orlando voglio però dire che gli attacchi continui al Pd sono sbagliati e inaccettabili. Sulle macerie non si costruisce nulla. E senza il Pd non può essere portato avanti un progetto di rilancio e di trasformazione per Palermo”.
Non è che la ‘sensazione’ di mancanza di vera unità, potrebbe favorire a Palermo i 5stelle?
“Il rischio c’è tutto e le ultime amministrative lo hanno confermato. ll PD di Palermo non può consentirsi di arrivare alle elezioni in queste condizioni. É da irresponsabili.
Noi, a Palermo come a Roma, siamo disponibili a lavorare insieme per il rafforzamento del partito, con il nostro profilo autonomo e nel rispetto del nostro lavoro”.
A livello regionale, infine, il dibattito non manca di certo in vista del dopo Crocetta. Faraone, Bianco,addirittura lo stesso governatore attuale. Chi si candiderà alla presidenza?
“Penso che il lavoro fatto dal segretario regionale, in particolar modo con la nascita del governo politico, stia dando frutti importanti. La scelta si è rivelata giusta ed è compito delle forze politiche di maggioranza aiutare il governo a dare risposte ai siciliani. Ritengo sbagliata la discussione sugli ipotetici candidati alla presidenza della Regione in questo momento: se ne parlerà al momento opportuno, adesso occorre governare , farlo bene e consolidare un campo politico e avere la forza di costruire un’alleanza sociale innovativa. Raciti e il PD siciliano stanno lavorando e bene in questa direzione”.
Che valore ha la festa nazionale del Pd in Sicilia?
“La Festa Nazionale, il G7, il patto per la Sicilia sono segnali importantissimi dell’attenzione che Matteo Renzi e il Governo nazionale stanno mettendo verso la Sicilia. La festa per la prima volta nella storia si svolge in Sicilia e sono convinto che sarà un successo anche grazie al lavoro che il partito siciliano sta facendo con generosità, esperienza e passione politica. Non dovrá limitarsi ad essere un ‘evento’ fine a sè stesso, ma segnare un’iniziativa politica di coinvolgimento della società siciliana, capace di rafforzare il radicamento popolare del Pd”.
Ultima a ‘bruciapelo’. Ma se non passasse il referendum di novembre cade il governo?
“Non è un Referendum su Renzi, ma sulla possibilità di dare più forza alle nostre istituzioni politiche e parlamentari in un momento di crisi in cui è essenziale dare risposte efficaci. Vincerà il Sì”.
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