Un colpo alla botte e l’altro al cerchio. Una carezza a D’Alia e un’altra a Crocetta. Vuole uscirsene così semplicemente il segretario del Pd Fausto Raciti. Dice tutto ma non dice nulla nella sua relazione introduttiva della direzione regionale del Pd, quella che doveva mettere una parola di chiarezza alla crisi di governo ma sembra indirizzata verso un’altra soluzione mediana che non spacca e non ricuce.
Raciti lo ammette, è rimasto basito dagli eventi degli ultimi giorni, è stato in personale e politica difficoltà. In fondo lui è l’uomo dem che più di altri ha tenuto dentro il partito Crocetta e dentro la maggiooranza il Pd. E’ stato il più accondiscendente con il Presidente della Regione. e anche oggi non si smentisce anche se non può certo sbugiardare gli alleati.
Cosi per Raciti: “Non si può fare politica sull’onda emotiva delle intercettazioni telefoniche che non hanno rilevanza penale” perchè la politica diventa barbara, il dibattito si avvelena. E qui lpo schiaffetto a Crocetta che ha caricato troppo di significato le frasi dell’assessore Pistorio e la figurata carezza a D’Alia.
Il segretario del Pd parla della crisi aperta dai centristi e ne attribusice la responsabilità proprio ai toni troppo accesi fra Crocetta e Pistorio, a una sorta di ‘inevitabilità della reazione centrista’ che ha poi portato fuori dalla giunta (o porterà viustoc he fino ad ora le dimissioni sono solo annunciate per i prossimi giorni) anche l’assessore di Ap.
Ma Raciti rivendica la chiarezza del pd come partito guida della coalizione: “L’allargamento della maggioranza a forze che non erano alleate alle elezioni del 2012 è stato fatto con un documento condiviso, con un patto firmatoa nche dal governatore”.
E qui raciti lascia comprendere che il Pd non mollerà la giunta, al contrario vuole fare un passo avanti “Questa è la cxrisi della crescita” dice e sostiene l’allargamento ulteriore della maggioranza in vista dell’alleanza elettorale. La chiave per scardinare le resistenza resta al candidatura di Pietro Grasso, almeno nella proposta.
“A parte quello che si sta consumando le dichiarazioni di D’Alia non intendono compromettere il rapporto con il Pd e in questo vedo un primo elemento che dobbiamo cogliere con intelligenza. In questi anni ci siamo caratterizzati come partito che aveva come missione quella di legare altri soggetti al percorso politico e i moderati devono essere i nostri interlocutori per progettare il futuro”.
Prima il segretario aveva rivendicato come un successo per il Pd siciliano le amministrative appena passate ‘con importanti scelte coraggiose e vincenti’ ma con un occhio rivolto a Trapani dove sta accadendo di tutto e dove il partito è con Savona, candidato rimasto solo al ballottaggio e che combatte contro il quorum. una battaglia impari in un ballottaggio.
“Al netto di ogni valutazione sulle vicende giudiziarie che hanno visto Trapani finire sulle prime pagine dei giornali, lo svolgimento della campagna elettorale sancisce un precedente pericolosissimo per la vita politica regionale. Credo sia necessario al più presto un intervento legislativo. Rispetto a questo il Pd deve essere in prima fila per aprire un dibattito su una questione che mette un punto interrogativo vero sulla vita democratica”.
Nella sala, all’hotel delle Palme dove si svolge l’incontro, non era presente il governatore siciliano Rosario Crocetta ma c’era il presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. Tra gli altri, l’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo e il senatore Beppe Lumia.
In serata la chiarezza arriva dal Presidente del partito in Sicilia Giuseppe Bruno:”La direzione regionale del Pd ha sancito la chiusura di una fase politica e ha avviato un nuovo percorso per il governo della Regione. Questa esperienza politica può dirsi chiusa, arriverà alla scadenza naturale, ma la priorità del partito è cominciare a costruire un campo largo per le regionali”.
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