Chi ha bambini che non vanno ancora alla scuola dell’obbligo sa quanto sia importante la funzione della scuola materna tutta, quella che in vario modo copre l’arco da 0 a 6 anni. Si tratta di una fase dell’apprendimento e dell’educazione sempre più strategica, visto che ormai fin dalla tenera età i bimbi sono alle prese, talvolta con risultati migliori di quelli conseguiti dai genitori, con la tecnologia informativa e elettronica.

Non a caso la legge sulla Buona Scuola ha previsto per essa un apposito decreto attuativo che deve essere approvato entro l’inizio del 2017. Di questo e di altro si è parlato nel convegno: ”Contributo e ruolo della scuola paritaria nel sistema nazionale d’istruzione” svoltosi a Terrasini la scorsa settimana e organizzato dalla FISM siciliana (la Federazione che raccoglie le Scuole dell’infanzia paritarie.

Il quadro generale delle scuole materne che è emerso fin dalla relazione introduttiva del presidente regionale Nicola Iemmola non è per nulla incoraggiante. Le scuole dell’infanzia paritarie gestite da privati o da congregazioni religiose sono in Sicilia 450. Solo nell’anno scolastico 2013/14 erano 500. I bambini che le frequentano son 25.000   con 3000 dipendenti tra personale docente e non docente. Le scuole primarie paritarie convenzionate con la Regione sono attualmente 100; nell’anno scolastico 2013/14 erano 128. I bambini frequentanti sono circa 10.000 e i lavoratori occupati circa 1.000. “A questi dati così allarmanti – ha illustrato Iemmola – occorre aggiungere i ritardi e la contrazione dei finanziamenti regionali. Si spiega così perché tutte le nostre scuole vivono momenti difficili e sono costrette a rincorrere sempre di più a risparmi di gestione, non potendo contare sulla certezza dei finanziamenti che lo Stato a vario titolo deve loro”.

Nei mesi scorsi vi è stato un confronto serrato e talvolta duro con la Regione Siciliana sui ritardi e sui mancati finanziamenti previsti per queste scuole. Si è giunti a momenti di protesta pubblici e ad una raccolta di firme (oltre 11.000) che sono state consegnate al Presidente Rosario Crocetta.

Anche grazie a questa azione si è avviato un confronto di merito con l’Assessore Regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Bruno Marziano, il quale ha reso visita ai convegnisti per comunicare che la Commissione Bilancio e Finanze dell’ARS ha approvato proprio di recente una norma che prevede il contributo per le scuole materne pari a 3 milioni di euro già per l’anno scolastico 2015/16 e che avrà durata triennale. Per quanto riguarda il ritardo accumulato nel pagamento del contributo statale di 8 milioni relativo all’anno scolastico 2013/2014, Marziano ha detto che i ritardi sono dovuti al fatto che si riteneva, essendo i fondi di natura statali, che l’ufficio competente ad effettuare i pagamenti fosse l’USR. Da questo rimpallo di competenze è derivato il ritardo nei pagamenti Ora, grazie ad una recente norma approvata, questo conflitto di competenze non si avrà più: tutti i pagamenti che riguardano la Regione dovranno essere a carico dell’ente regionale e non di enti terzi. Questo a giudizio dell’assessore consentirà di procedere da subito ai pagamenti, a partire dalle scuole che hanno presentato la corretta documentazione.

Nel dibattito che ne è seguito non sono mancati i momenti di dialettica serrata perché i gestori hanno lamentato l’appesantimento dell’iter burocratico nei rapporti con l’amministrazione regionale frutto della continua richiesta di documentazione aggiuntiva. I gestori hanno colto l’occasione anche per evidenziare all’Assessore un atteggiamento talvolta ostile che riscontrano nel rapporto in generale con la burocrazia regionale.

“Reputo comunque positivo questo confronto – ha concluso Iemmola – perché ci consentirà anche dopo l’estate di seguire con un interlocutore autorevole il proseguo del rapporto con la Regione in attesa che anche la legislazione nazionale ci dia maggiore certezza sia nei contributi da ricevere e nelle modalità delle prestazioni da erogare.”.

L’aggiornamento sullo stato di attuazione della legge 107 sulla Buona Scuola con particolare riferimento al decreto legislativo del “sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni” il cosiddetto decreto 0/6 è stato oggetto dei lavori dell’ultimo giorno.

Stefano Giordano, consulente giuridico della FISM nazionale ha riferito del dibattito in corso per giungere ad una comune valutazione dell’applicazione dei costi standard per le scuole materne, al fine di consentire l’obiettivo da tutti condiviso di fare in modo che le famiglie paghino come rette per i propri figli il 30% dei costi complessivi per alunno.

Luigi Morgano, segretario nazionale della FISM ed euro deputato, ha rivendicato la storia e il servizio insostituibile che le scuole materne aderenti alla FISM rendono in tutto il Paese, soprattutto a servizio delle famiglie con redditi bassi Ha poi evidenziato la contraddizione in essere tra il giudizio dell’OCSE per il quale la scuola dell’infanzia italiana costituisce un’eccellenza e il disinteresse che si continua a mostrare da parte del Governo per sostenerla con adeguati finanziamenti.

“Un percorso in itinere – ha detto Iemmola a conclusione – che intendiamo seguire passo passo e al quale cercheremo di dare il nostro contributo, nello spirito della tradizione che la FISM porta avanti, frutto dei tanti anni di sevizio alle scuole, alle famiglie e ai bambini che in queste scuole hanno potuto ricevere una educazione ispirata ai valori cristiani e in grado di confrontarsi con tutta la realtà”.