Il gup di Palermo ha dichiarato il non doversi procedere per il senatore Beppe Lumia. Il processo che ha coinvolto il politico del Pd riguarda la fornitura di energia elettrica di una delle segreterie politiche di Lumia nel capoluogo siciliano.

Secondo la Procura, l’Enel – a causa del mancato pagamento di alcune bollette – aveva comunicato l’interruzione della fornitura nel 2009.

La difesa di Lumia, rappresentata dall’avvocato Fausto Amato, ha ribattuto su questo punto sostenendo che la comunicazione attestante la risoluzione contrattuale di fornitura sia stata inviata a un indirizzo errato e non sia mai stata ricevuta dall’imputato.

Così per circa tre anni, fino al 2012, l’appartamento avrebbe continuato a utilizzare il servizio elettrico. Solo dopo, quando il senatore decise di lasciare l’immobile in affitto, i tecnici dell’Enel si sarebbero accorti del consumo.

Il pm aveva chiesto l’assoluzione non ravvisando un reato e ritenendo sia una vicenda da trattare in sede civile. Per il giudice è venuta a cadere l’aggravante della violazione dei sigilli – non avendo l’Enel attestato l’avvenuta apposizione – e quindi non è possibile procedere d’ufficio servendo una querela che però l’Enel non ha presentato. Da qui il non doversi procedere.

“I fatti – dice Amato – dimostrano come non sia avvenuta in realtà nessuna sottrazione fraudolenta di energia elettrica. Il contatore Enel ha sempre continuato a registrare i consumi elettrici dell’appartamento. Ciò dimostra come non vi sia stato alcun intervento fraudolento volto ad alterare la misurazione dei consumi che sono stati integralmente registrati e integralmente richiesti in pagamento”.