Il villaggio turistico Calampiso, nel Trapanese, quest’anno non aprirà i battenti.
Stamattina, davanti la sede amministrativa di Calampiso Spa, in via Guardione a Palermo, si è tenuto un flash mob organizzato dall’associazione “Rinascita Calampiso” della quale fanno parte i titolari delle multiproprietà che hanno protestato.
La struttura turistica resterà chiusa a causa del Covid19.
“Il consiglio di amministrazione di Calampiso Spa – dichiara il presidente del Cda Gaetano Cusimano – ha valutato quest’anno di non aprire. Chiaramente approfitteremo di questo periodo per continuare le attività di vigilanza e manutenzione ordinaria e straordinaria”.
L’avvocato della società, Domenico Damiani spiega: “La situazione, per quanto riguarda la società, è in linea con quelle che sono le conseguenze di una pandemia che ha colpito il mondo intero.
La società non è stata esente da questo momento di difficoltà legato soprattutto al fatto che la struttura non si è potuta aprire perché i conti economici non davano soddisfazione. Mentre in un primo tempo si sperava in soluzioni alternative anche con l’aiuto dei nostri partner commerciali, ad un certo punto, i conti economici sono stati assolutamente scoraggianti quindi la società ha deciso di non correre questo rischio che avrebbe comportato una perdita secca”.
Di diverso avviso Guido Cosentino, presidente dell’associazione Rinascita Calampiso.
“L’associazione – racconta Cosentino – è nata in contrapposizione ad una gestione del villaggio che riteniamo lo abbia portato ad una condizione di non apertura, cosa che mai si era verificata in trent’anni.
La società sostiene che le presenze non giustificherebbero l’apertura del villaggio. In effetti la realtà è diversa. Noi come azionisti paghiamo la caparra addirittura fra novembre e dicembre, cioè sette o otto mesi prima per potere poi andare ad usufruire della vacanza che faremo. In effetti, a differenza di tutte le altre strutture alberghiere etc. che debbono trovarsi sul mercato il cliente, noi già realmente diamo con grande anticipo la nostra adesione.
Se paghiamo in ritardo ci fanno pure una penale appunto per ritardato pagamento.
Quest’anno siamo arrivati all’assurdo. C’è gente che ha pagato la penale su una caparra che gli dà la possibilità di accedere al villaggio, senza potere però quest’estate andarci perché hanno deciso all’ultimo minuto che il villaggio non lo aprono”.
Per Cosentino, ci sarebbe stato un ‘difetto’ di comunicazione.
“La non apertura è stata comunicata a giugno – spiega ancora -. C’è gente che aveva prenotato, c’è gente che aveva pagato, c’è gente che aveva organizzato le vacanze. Se la motivazione è il Covid19, che c’era anche a febbraio, avrebbero allora potuto comunicare che non aprivano.
Immaginate il disagio delle migliaia di persone che avevano prenotato tramite tour operator, c’è una agenzia che si occupa della commercializzazione degli alloggi.
A livello di immagine del villaggio quello che è successo non è il massimo.
L’anno prossimo, mi chiedo, la gente avrà voglia di riprenotare o non si fiderà più?
La società come motivazione ha dato la anti-economicità dell’apertura e lì è finito il rapporto di dialogo con noi.
Noi lamentiamo questa cattiva comunicazione, cattiva immagine ma soprattutto la delusione enorme di gente che da trent’anni si è impegnata per il villaggio. Stiamo facendo dei lavori di ristrutturazione e stiamo spendendo ingenti somme che ci vengono richieste per portare il villaggio ad un certo livello. A San Vito hanno aperto tutti gli operatori turistici, la richiesta per fortuna c’è, anche Calampiso avrebbe potuto riaprire”.
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