“E’ andato via un fratello, il compagno di una vita professionale movimentata, vissuta nel bene e nel male. Insieme abbiamo sofferto la fame, litigato su come porgere una battuta, sulle proposte d’accettare e quelle da rifiutare. Alla fine le accettavamo tutte, per paura di rimanere senza lavoro. I nostri figli sono cresciuti insieme”.

Queste le parole di Ciccio Ingrassia (Palermo 5/10/1922-Roma 28/4/2003) pronunciate mentre seguiva il feretro di Franco Franchi (all’anagrafe Francesco Benenato, Palermo 18/9/1928-Roma 9/12/1992) la mattina di venerdì 11 dicembre 1992. E, proprio di Ciccio Ingrassia, amico e spalla insostituibile di Franco Franchi, il prossimo 28 aprile ricorre il quindicesimo anno dalla sua scomparsa. Nato nel quartiere Capo, in Via San Gregorio n. 13, nei pressi di Porta Carini, Ciccio a scuola non brillava e, a stento, riuscì a prendere la licenza elementare ma, dopo il primo ginnasio abbandonò gli studi. Per tenersi occupato fece diversi mestieri: ragazzo di salumeria, barbiere, falegname, calzolaio e, appena 15enne, si specializzò com tagliatore modellista. Ma la sua vera passione era il teatro, lo spettacolo e spesso raggranellava qualche lira esibendosi come macchiettista in feste di piazza o nei matrimoni, Più tardi, frequentando la “legione straniera” (era così chiamato dai frequentatori, il bar che si trovava all’interno del cine-teatro Massimo, ndr), conobbe un giovane attore caratterista, Enzo Andronico che, in seguito avrebbe partecipato a numerosi film e trasmissioni televisive, con la coppia Franco & Ciccio.

Con Andronico e un tale Ciampolo, Ingrassia formò il “Trio Sgambetta” che si esibì in diversi spettacoli di piazza (detti “palchetti”) e teatrini di provincia. Scioltosi il Trio, Ingrassia si ricordò di un giovane artista di strada che, in varie piazze, con smorfie, imitazioni, parodie e improvvisazioni varie, divertiva fino alle lacrime i passanti che, sempre più numerosi, si fermavano per applaudirlo. Si trattava di Francesco Benenato, anche lui del quartiere Capo, essendo nato in Vicolo delle Api. A quel tempo il futuro Franco Franchi era noto come Ciccio Ferraù (dal nome del cavaliere saraceno presente dell’Orlando Furioso e che nell’Opera dei Pupi combatte con Orlando, ndr). Il 1954 è un anno importante perché segna l’avvento di una nuova coppia di comici: “Franco Franchi e Ciccio Ingrassia”.

La coppia, dopo alcuni spettacoli di collaudo in teatri cittadini e di provincia, ma anche nei matrimoni e battesimi, incoraggiata dai successi ottenuti, debutta ufficialmente al Teatro Costa di Castelvetrano con la parodia della famosa canzone “Core ‘ngrato” che culminava con l’esilarante sketch della bilancia. Seguirono varie tournée in diversi teatri della penisola, grazie all’incontro col capocomico Giovanni Di Rienzo.

L’origine del successo della coppia era, senza dubbio, il contrasto del loro aspetto fisico: basso, robusto, a volte goffo e dalla faccia di gomma che riusciva a fare impensabili smorfie, Franco; longilineo, con un’aria signorile e furba, Ingrassia, rappresentava il “colto”. Nel 1959, il periodico di spettacolo Mascotte, assegna ai due comici l’omonimo premio considerandoli la “rivelazione dell’anno” per la piccola ribalta. Poi, notati da vari registi, iniziano a lavorare per il cinema ed è un trionfo; dopo Appuntamento a Ischia e L’Onorata Società, accanto a Domenico Modugno furono protagonisti della commedia musicale “Rinaldo in campo” di Garinei & Giovannini rappresentata anche al Teatro Biondo di Palermo. Prendono, poi, parte a numerosi film (parodie di western, polizieschi, storici, pseudo mafiosi, commedie) ma, nonostante l’enorme successo di pubblico, la critica è piuttosto ostile nei confronti dei due comici, specie verso Franco Franchi, a causa delle sue smorfie e battute: “…sempre le solite, penose, sciocchezze…del loro logoro repertorio…”; “…film che non si capisce come i distributori abbiano fatto entrare in circuito…”; “…robaccia, solo robaccia…”; “…speriamo che il filone cinematografico di Franchi e Ingrassia abbia i giorni contati e che di loro, presto, non rimanga che uno scialbo ricordo…” (questi, solo alcuni dei giudizi più “teneri”, ndr).

Com’è noto, però, fra i due attori, alle loro ataviche incomprensioni, seguivano piccoli litigi che, inevitabilmente, li dividevano artisticamente. A tale proposito, Ingrassia affermava sempre che tali disaccordi erano causati solo per divergenze artistiche: in pratica, mentre Franco era disposto a prendere parte a ogni film o spettacolo che gli proponevano, pur di lavorare; Ciccio, al contrario, era assai più oculato nelle scelte e, prima di firmare un contratto, voleva pensarci bene… Anche i rispettivi familiari cercavano di gettare acqua sul fuoco e paragonavano le divergenze e i litigi dei due attori, a quelli di qualsiasi coppia di coniugi in crisi. Durante la registrazione dello show “Avanspettacolo”, negli studi di Napoli, Franco ha un malore e si ricovera.

La cirrosi epatica che da tempo affliggeva l’attore, si era ulteriormente aggravata e i medici non riescono a tamponare le violenti emorragie intestinali. Morirà il 9 dicembre 1992 nella Casa di Cura Villa Mafalda, tra le braccia della sorella Stefania e circondato dalla moglie Irene, dai figli Maria Letizia e Massimo e dall’inseparabile Ciccio Ingrassia. Per suo desiderio è stato sepolto nel Cimitero dei Rotoli a Palermo. Undici anni dopo, esattamente il 10/12/2003, affetto da gravi problemi respiratori, muore al Policlinico Gemelli di Roma Ciccio Ingrassia ed è tumulato al Cimitero del Verano. Di loro rimangono 139 film, compresi 11 girati da Franchi e 16 da Ingrassia (durante i loro “divorzi” artistici), dimostrando, così, di avere le capacità di sostenere dei ruoli importanti, anche separatamente, riscuotendo pure lo stesso successo di coppia ed, inoltre, numerosi sfarzosi spettacoli televisivi, numerosi sketch, canzoni, caroselli e sigle televisive. Il 10 dicembre 2012, il Comune di Palermo ha dedicato una piazzetta ai due indimenticabili comici, che si trova all’angolo di Piazza Venezia, alle spalle del Teatro Biondo Stabile di Palermo. Anche l’attiguo giardinetto, il 9/1/2015 è stato intitolato al grande Domenico Modugno, arricchito poi, il 9/12/2015 da un bassorilievo con le effigi dei tre artisti, opera dello scultore Gianfranco Ragusano. Significativo il posto perché i tre artisti, nel 1961, varcarono la soglia del Teatro Biondo, protagonisti di “Rinaldo in campo”.

(Franco Verruso)