GEAPRESS – Un Falco che ha in Sicilia la sua raccaforte, sempre più compromessa delle modificazioni ambientali imposte dall’uomo e dalla predazione dei nidi operata da bracconieri senza scrupoli.

Si tratta dal Falco Lanario, forse meno noto rispetto a specie esotiche diventate vere e proprie icone del protezionismo, ma con eguale, se non maggiore, rischio di estinzione. Per evitare di raggiungere il punto di non ritorno è al via il progetto “Falcon Conservation” , guidato dal Laboratorio di Zoogeografia ed Ecologia Animale (LABZEA) dell’Università degli studi di Palermo.

L’impegno è quello di monitorare la popolazione selvatica del Lanario per creare un database dei siti riproduttivi. A tale fase iniziale si affiancherà la sorveglianza antibracconaggio, con lo scopo di limitare i furti ai nidi ed aumentare la produttività. Una terza parte, molto particolare, è quella del monitoraggio satellitare di giovani e adulti per ottenere dati preziosi sui movimenti di questa specie così elusiva.

Ad inizio 2017 è previsto l’avvio della propaganda per i campi di volontariato antibracconaggio. Per il terzo anno di fila si cercheranno volontari in grado di fornire un valido aiuto nella salvaguardia di questa specie. Falcon Conservation è finanziato dalla fondazione “Nando ed Elsa Peretti” ed è il proseguo di anni di attività su questa specie da parte di LABZEA, che ha già organizzati in passato i campi di sorveglianza <<acCura al Lanario>> e il monitoraggio ai nidi con ottimi risultati e la raccolta di preziosi dati sulla specie.

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