affondo delle associazioni ecologiste

Inceneritori in Sicilia, “la Regione privilegia i privati, scelta anti ambientale e costosa”

  • Le associazioni ambientaliste condannano il piano dei rifiuti della Regione che prevede gli inceneritori
  • Gli ecologisti puntano a rafforzare il sistema di riciclo dei rifiuti
  • Ci sono Comuni come Ragusa e Ferla che sono leader nelle gestione dei rifiuti

Duro affondo alla Regione da parte delle associazioni ambientaliste contro il progetto per la costruzione degli inceneritori dei rifiuti in Sicilia. “A guardare il nuovo mega progetto di incenerimento da realizzarsi su Catania, e non solo, appare piuttosto una scelta precisa per dare spazio all’iniziativa privata di gestire il ciclo dei rifiuti con la scelta meno ambientale e più remunerativa, e non di certo per i siciliani” spiegano Associazione Rifiuti Zero Sicilia, Rifiuti Zero – Siracusa, Rifiuti Zero Augusta e rifiutizeropozzallo.

Puntare sul riciclo

Gli ambientalisti sostengono, con forza, l’idea del riciclo dei rifiuti, cosa su cui “la politica economica europea sta investendo, attraverso l’incentivo di iniziative per ridurre la produzione di rifiuti e  rafforzarne il riutilizzo”.  Eppure, in Sicilia, come sostengono le eco associazioni,  ci sono degli esempi virtuosi sulla capacità di gestione dei rifiuti. “Ragusa è la città capoluogo più virtuosa in Sicilia secondo i dati Ispra 2020, Ferla, nel Siracusano, è un Comune a rifiuti zero, divenuto modello del green a livello nazionale” spiegano gli ambientalisti.

Le difficoltà dei Comuni

“La città di Siracusa così come tantissimi altri comuni siciliani sono stati costretti in questo inizio anno 2021 a rallentare, o addirittura stoppare, la raccolta della frazione organica per carenza di impianti e a ricorrere ad avvisi per trovare impianti di trattamento fuori regione a qualunque prezzo” attaccano ssociazione Rifiuti Zero Sicilia, Rifiuti Zero – Siracusa, Rifiuti Zero Augusta e rifiutizeropozzallo.

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No agli inceneritori

Per le associazioni ambientaliste, il Governo regionale starebbe andando nella direzione opposta alle scelte operate dai paesi europei. “In una prospettiva – dicono le associazioni ambientaliste – di sviluppo di un’economia circolare gli inceneritori, termovalorizzatori, recentemente chiamati con il nuovo imbellettato termine “Termoutilizzatori”, così come il ricorso al co-incenerimento (Css) non costituiscono in nessun modo la chiusura del ciclo ma piuttosto l’interruzione della circolarità del processo di recupero di materia, processo che sta alla base e che peraltro in Sicilia è tutto ancora da costruire.”

 

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