“La magistratura com’è doveroso ha chiesto che ci siano chiarimenti sulla gestione dei cimiteri, ipotizzando un’omissione di atti d’ufficio”. Lo dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando indagato per omissione d’atti d’ufficio per la vicenda delle bare insepolte che sono ormai circa 900 al cimitero comunale dei Rotoli.

Il primo cittadino continua: “Avrò modo di portare con me davanti all’autorità giudiziaria tutte le ordinanze, le disposizioni di servizio e i provvedimenti adottati nell’ambito della cabina di regia che ho istituito proprio per dimostrare che ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità e competenze di sindaco per potere affrontare questo problema. Rimangono le problematiche che stiamo cercando in tutti i modi, di concerto con l’assessore Toni Sala, di risolvere”.

Nel 2020 è stato testimone

Nel 2020 era stato sentito pure come testimone, assicurando provvedimenti per superare lo scandalo, mai risolto. Orlando ha già chiesto ai magistrati tramite il suo legale, l’avvocato Roberto Mangano, di essere ascoltato, per esporre la linea di difesa. L’audizione avverrà nei prossimi giorni.

Gli scandali e le indagini

Dal 2020 prima per una vicenda di mazzette che coinvolse l’ex direttore del cimitero dei Rotoli, Cosimo De Roberto, (c’è la richiesta di giudizio per 10 indagati) poi per le bare che giacevano nei magazzini per settimane e mesi, poi perché le casse coi defunti scoppiavano o lasciavano cadere liquidi, la vicenda della mancata tumulazione dei feretri tiene banco a Palermo ormai da anni.

Le accuse dell’arcivescovo Lorefice

Il forno crematorio è guasto da quasi due anni e le bare di chi dev’essere cremato devono spostarsi dalla regione. I familiari dei defunti da tempo denunciano lo scandalo e lo scorso 2 novembre – per la commemorazione dei defunti – anche l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha sottolineato il dramma che vivono migliaia di persone che non possono seppellire i propri cari.

“In questo giorno, dedicato alla commemorazione dei fedeli defunti, proprio qui ai Rotoli, ai piedi di Monte Pellegrino, dove centinaia di nostri cari defunti da lungo tempo non trovano neanche la possibilità di una degna sepoltura a causa dell’incuria umana e dell’ignominia di chi vuole lucrare anche nel momento più decisivo e dirompente del mistero della vita che è la morte, si leva anzitutto un appello a renderci conto di quanto sia importante il corpo nella nostra esistenza”.

“Nessuna trascuratezza, nessuna devastazione, nessun affare illegale, nessun interesse losco o criminale, deve profanare questi luoghi sacri e le coscienze di quanti hanno diritto a onorare i corpi dei propri defunti. Palermo ha bisogno di nuovi spazi cimiteriali dove si possano inumare o cremare i nostri defunti, per custodirli, visitarli, commemorarli. È inconcepibile e soprattutto inspiegabile che l’impianto crematorio si guasti senza poterlo più riattivare. Preghiamo perché si ponga fine a questo orrore”.

L’interrogazione parlamentare e le accuse della Lega

Il caso è stato affrontato dalla Lega, che tramite il suo leader Matteo Salvini, ha portato la questione alla ribalta nazionale, con un’interrogazione parlamentare.

“Sono stato uno tra i primi a denunciare in procura questa situazione con un esposto oltre un anno fa – dichiara il capogruppo della Lega a Palermo Igor Gelarda – . Sono contento che la magistratura abbia deciso di approfondire e verificare se ci siano responsabilità penali da parte di questa amministrazione comunale. Quello che vogliamo noi è comunque la soluzione definitiva al problema. E in tal senso ci siamo mossi con un emendamento, presentato dalla Lega. Grazie al quale Sono stati stanziati 2 milioni di euro per risolvere almeno in parte il problema con l’acquisto di un migliaio di loculi. Ci auguriamo che la magistratura posso fare luce quanto prima su questa tristissima situazione”, conclude Gelarda.

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